Banksy, profeta della street culture
Banksy è il nome d’arte di un leggendario writer britannico, uno dei maggiori esponenti di sempre della urban art, la cui vera identità è ancora oggi sconosciuta.
Sempre squisitamente satirica e sovversiva, la street art di Banksy non nasce mai come semplice risposta ad un’urgenza espressiva qualsiasi: è una vera e propria cosa viva, capace di istigare nella mente dello spettatore profonde domande sul mondo moderno, di farlo riflettere.
Bansky tratta temi come le farraginosità della società occidentale, le atrocità della guerra, il conformismo, le brutalità dei mass media come strumento di propaganda e delle forze dell’ordine come strumento di repressione. La sua opera sembra perennemente alla ricerca delle contraddizioni nascoste della società moderna, delle sue ipocrisie e dei suoi crimini, e tutto ciò usando il linguaggio, l’immaginario e i codici della cultura di massa e della cultura pop.
È famosissimo per il sapiente e ormai inconfondibile uso dello stencil, il principale strumento pittorico nel suo arsenale, utilissimo per poter realizzare i suoi graffiti molto in fretta e con un’ampia precisione.
Banksy è anche in aperta polemica con il mondo della diffusione tradizionale dell’arte ed in particolare con la mentalità dei magnati dell’arte. Molte sue opere alludono a ciò e spesso Banksy è solito appenderle clandestinamente nelle gallerie d’arte più famose del mondo, con gran clamore mediatico volta per volta.
Nonostante Banksy sia un nome ormai conosciuto in tutto il mondo e la sua arte celebrata e rinomata nella cultura pop così come in quella accademica, il misterioso writer di Bristol ha sempre preferito l’anonimato: come se non volesse attribuire a quelle opere una faccia, un volto, il pensiero di qualcuno con un nome ed un cognome, bensì piuttosto renderle il pensiero inespresso di una generazione, la voce latente di un popolo insoddisfatto, un vero e proprio profeta della street culture.
Urban art: dai graffiti all’arte di protesta
L’urban art è un fenomeno complesso e caleidoscopico: come si può racchiudere in una sola definizione?
L’unico massimo comun denominatore che è possibile trovare, plausibilmente, è quello dell’urgenza dell’espressione artistica come rivendicazione sociale. Il resto è gradito, ma sempre opzionale.
Partiamoci dalle basi: la forma di urban art più famosa esistente è il graffitismo. Il graffitismo è una forma di pittura murale diffusa ovunque, e consiste principalmente nel dipingere il proprio nome d’arte, in gergo “tag”, in maniere esteticamente eccentriche sui muri del tessuto urbano.
Le tecniche sono svariate, e comprendono l’uso di bombolette spray, stencils, aerografi, acrilici, poster e virtualmente ogni strumento artistico che possa essere usato in maniera abbastanza rapida ed incisiva.
Questa però è solo la forma più elementare del fenomeno. Il graffitismo stesso ha molte sfumature. In primo luogo, è spesso una importante voce dei quartieri periferici delle metropoli, dove la cultura della strada e la sua espressione come graffitismo diventano una sola cosa.
Ma ogni graffitaro, a prescindere dalla sua inclinazione, cerca di sviluppare uno stile e una personalità tutta sua, in modo da distinguersi nei panorami della urban art e creare un suo “marchio”.
Questa ricerca artistica è spesso stata così potente da emancipare l’arte di strada dalle sue origini graffitare e rendere questa forma artistica non più un puro capriccio estetico, ma una tradizione che cerca di esprimere un messaggio, spesso sociale, politico o comunque di contestazione.
Banksy è un famosissimo esempio di ciò: i suoi lavori di protesta contro l’omologazione dell’establishment sono ormai immediatamente riconoscibili nella mentalità collettiva. È spontanea l’associazione alla rivendicazione della libertà d’espressione, al pacifismo o all’unicità e poliedricità di ogni essere umano.
La street art, in questo modo, si pone in polemica più o meno aperta con l’élite e contro il mondo della conformazione, sia essa conformazione artistica (il mondo delle gallerie d’arte, ad esempio), morale o politica.
Seguendo questa evoluzione, ci si accorge facilmente che la urban art è un fenomeno ampio e vasto, che va dal mondo (meno consapevole ma sicuramente più a stretto contatto con le radici culturali del fenomeno) dei tag alle più consce rivendicazioni morali ed umane di un fenomeno che conta tra le sue fila anche capisaldi accettati dell’arte moderna come Banksy o Keith Haring.
E tornando alla domanda originale: è possibile darne una definizione unica? Forse no, ma forse l’unica cosa che sta dietro ai tag dei graffitari di periferia quanto alle opere di Banksy è la rivendicazione del diritto all’urgenza espressiva per se stessi quanto per il mondo intero.
Street Is Culture offre splendidi corsi sull’argomento, il cui scopo è insegnare ai ragazzi quest’arte in maniera funzionale ed espressiva!
Per ulteriori informazioni, contattaci al numero 3518531072 o scrivici all’indirizzo magid@streetisculture.com.
Da arte di strada a rivendicazione sociale
Il laboratorio di urban art che si è svolto all’IPM di Pontremoli si è occupato in particolare della disciplina del writing, una delle quattro arti della cultura hip-hop.
L’insegnante, di nome Kevi, si è concentrato sul lato tecnico del writing, che consiste nello scrivere la propria firma, detta tag, nel modo più creativo ed artistico possibile anche grazie al supporto di sfondi particolari o vari personaggi dipinti sulle pareti.
L’altro lato della formazione consiste nell’approfondimento teorico e storico del movimento artistico e di come questo si coniughi con il suo impatto sociale. Vengono mostrate alla classe delle fotografie di artisti e di opere che hanno lasciato il segno nella memoria collettiva.
Il lato pratico infine, consiste nel riprodurre sui muri i disegni che vengono prima provati in classe sul foglio dagli allievi. Il corso è stato della durata di 96 ore e si è articolato in una lezione a settimana della durata di tre ore. L’età degli interessati varia dai 14 fino ai 20 anni.
Uno dei ricordi che Kevi apprezza particolarmente riguarda l’attività collettiva che fu svolta per un’opera dedicata alla lotta contro il razzismo.
Il writing, ma proprio tutta la cultura hip hop, ha da sempre interessato gli strati sociali che stanno solitamente al margine della società. D’altronde quest’arte nasce dentro il “ghetto” americano, dando la possibilità ai ragazzi di avere un’alternativa che non sia la strada, un obiettivo che riguardi anche la loro passione.
Soprattutto negli istituti penitenziari questa disciplina può aiutare a concentrare il proprio tempo in maniera differente e soprattutto costruttiva. Può essere utilizzata come una sorta di rivendicazione sociale.
L’emozione più grande per Kevi è sentirsi dire che qualcuno vorrebbe continuare a dipingere anche una volta fuori da lì. Come altre discipline, il writing è un momento di condivisione e di aggregazione importantissimo per la vita dei ragazzi all’interno dell’IPM.
Se desideri ulteriori informazioni, contattaci al numero 3518531072 o scrivici all’indirizzo magid@streetisculture.com.
Rinascita e Crescita: Arte e Sport al Servizio dei Giovani dell’USSM L’Aquila
La devianza nei minori rappresenta una questione cruciale per una società civile incentrata sul rispetto e il sostegno dei più fragili.
I giovani, nella loro fase di crescita e sviluppo, possono manifestare comportamenti devianti in varie forme, come comportamenti antisociali, reati minorili, abuso di sostanze, violenza, disimpegno scolastico e altro ancora. Questi segnali possono essere sintomo di problemi più profondi o di difficoltà personali e sociali che i giovani stanno affrontando.
In questo contesto, le istituzioni preposte alla tutela dei minori giocano un ruolo fondamentale nella prevenzione della devianza e nel fornire un adeguato sostegno ai giovani a rischio. Attraverso programmi di prevenzione attentamente strutturati, queste istituzioni cercano di intervenire precocemente, evitando che i minori intraprendano comportamenti devianti che potrebbero influenzare negativamente il loro sviluppo futuro.
Tra queste istituzioni, i Servizi Sociali per i Minorenni (USSM) svolgono un ruolo di primaria importanza. Essi si impegnano attivamente in iniziative che mirano a creare un ambiente di supporto, sicurezza e crescita per i minori, fornendo loro le risorse e gli strumenti necessari per affrontare le sfide della vita in modo costruttivo.
Un esempio concreto si è svolto presso l’USSM di L’Aquila che, a metà luglio 2021, ha organizzato dei laboratori di arti di strada, sostenendo l’iniziativa di Street Is Culture.
I vari laboratori presentavano diverse discipline e ognuna di esse mirava a trasmettere aiuto e sostegno concreto ai minori della struttura.
Le discipline interessate sono state parkour, skateboard e graffiti.
Stefano Divizia, street master e responsabile del laboratorio di graffiti, ci ha raccontato la sua esperienza all’interno dell’U.S.S:M.
“Durante il laboratorio di arte di strada, i ragazzi hanno dimostrato un vivace interesse verso il mondo dei graffiti. Alcuni di loro avevano già esperienza, mentre altri hanno scoperto una nuova passione“.
Il corso, infatti, è stato concepito come un’opportunità di iniziazione all’arte di strada, offrendo una base di conoscenze e competenze per chi avesse desiderato approfondire questa forma espressiva.
Nonostante le varie difficoltà del caso, Stefano ha raccontato che il corso si è svolto e concluso positivamente e il progetto è stato completato con successo, con la realizzazione, da parte di tutti i ragazzi coinvolti, di un graffito simbolico riguardo concetti di “dono“ e “perdono“.
Questo è successo per un motivo. Il laboratorio di graffiti, infatti, ha deciso di partecipare al contest “Liberi di donare”, istituito nelle scuole e negli istituiti per minori (e promosso dall’Istituto Italiano della Donazione in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione).
Il contest in questione fa parte di un’iniziativa importante, che mira a promuovere la cultura del dono e della donazione in tutte le sue forme, coinvolgendo sia il mondo associativo che i cittadini privati.
Per questo motivo l’idea dietro il graffito realizzato prevedeva un collegamento tra l’arte di strada ed il concetto di dono.
“Insieme ai ragazzi, dopo alcune lezioni teoriche, abbiamo sviluppato il concetto alla base del graffito giocando con il termine dono. Si è arrivati alla conclusione di usare il termine “perdono”, riferendosi al perdono da parte delle istituzioni verso l’assoluzione dei reati commessi, che poi può essere inteso anche “per-il-dono” per la volontà di essere d’aiuto e, appunto, donare”
Al pari del laboratorio di graffiti, anche quello di Parkour diventa un potente strumento per trasmettere ai ragazzi importanti insegnamenti sulla resilienza, la determinazione e il superamento delle difficoltà. I ragazzi, tramite le basi teoriche della disciplina, Imparano che non è necessario evitare gli ostacoli, ma che anzi, possono abbracciarli come opportunità di crescita personale.
In sintesi, il laboratorio di Parkour offre ai ragazzi una preziosa riflessione sulla vita, insegnando loro che le sfide sono inevitabili, ma con la giusta mentalità e il giusto approccio, possono essere superate in modo creativo e positivo, trasformando gli ostacoli in opportunità e aprendo la strada a un futuro più promettente.
In conclusione, i Servizi Sociali per i Minorenni, in sinergia con artisti e associazioni, svolgono un ruolo essenziale nel fornire opportunità di sviluppo, integrazione e supporto ai minori a rischio e a quelli che hanno commesso reati.
Attraverso iniziative di questo tipo si promuove una società più inclusiva e protettiva per i giovani. Una società che incoraggia la partecipazione attiva e positiva nella comunità.
Inoltre, la prevenzione è una misura fondamentale per costruire un futuro in cui i giovani possano crescere e svilupparsi in modo sano e armonioso, diventando cittadini consapevoli e responsabili.
Per ulteriori informazioni contattaci al 351 673 4178 o scrivici su corsi@streetisculture.com
Libertà e inclusione all’Homiesfest di Rovereto
Domenica 2 Luglio, presso la skatepark di San Giorgio, si è svolta la seconda giornata di Homiesfest, un’iniziativa che mira a promuovere la cultura dello skateboard e a favorire la condivisione di idee tra i giovani. L’obiettivo è quello di dare l’opportunità ai giovani di manifestare le loro idee e il loro modo di esprimersi supportando le politiche giovanili.
Homiesfest è sostenuto dal Piano Giovanni Rovereto, in collaborazione con Street is Culture per promuovere le realtà giovanili, l’aggregazione, la libertà e l’inclusione.
Abbiamo intervistato il promotore dell’evento in Trentino, Riccardo Zanirato, che ci ha raccontato del secondo appuntamento con Homiefest.
L’interesse e l’entusiasmo dei ragazzi non è sciamato nemmeno per la seconda giornata a cui non potevano mancati, reduci dalla bella prima esperienza che li ha ispirati. Il target era più selettivo, le persone presenti erano ben consapevoli del tipo di evento. Vibrazioni estremamnete positive hanno caratterizzato tutta la giornata, con lo skatepark sempre pieno di gente!
Le attività si sono divise in due momenti: alle 16:00 il freeskate, e alle 17.30 è iniziato il cash for trick, in cui ogni ragazzo/a poteva provare a fare il suo migliore trick. Alla risposta positiva dei presenti, i ragazzi venivano incoraggiati tramite un compenso monetario per ogni trick interessante.
Nel frattempo due ragazze si sono cimentate nella realizzazione di in un’opera di abbellimento dello Skatepark, disegnando un occhio molto colorato all’interno dell’half bowl.
Durante tutto il pomeriggio per intrattenere anche i più timidi è stato allestito un laboratorio di spillette ed un angolo lettura.
L’obiettivo è quello di sensibilizzare la città ad un rapporto più inclusivo verso il mondo dello skateboard e del freestyle in generale e non relegarlo sempre come attività di secondo ordine, inoltre è stato importante anche concentrarsi molto sul tornare a vivere e condividere gli spazi pubblici, organizzando appunto eventi attraverso i giovani e per i giovani stessi!
Le giornate di Homiefest non sono finite! Il grande appuntamento finale è previsto per il 3 settembre. Se sei un appassionato di skate contest, mostre d’arte, graffiti, workshop e vuoi vivere momenti indimenticabili, non puoi assolutamente mancare.
La partecipazione all’evento è gratuita, quindi non ci sono scuse! Ti aspettiamo per condividere insieme l’energia e la passione di Homiesfest!
Se desideri ulteriori informazioni, contattaci al numero 3516734178 o scrivici all’indirizzo corsi@streetisculture.com.
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Street Is Culture: laboratori di Urban Art all’IPM di Catanzaro
Street is Culture, grazie alla sua capillare distribuzione in tutta Italia, riesce ad operare in realtà ed in ambiti diversificati.
Oltre a promuovere le proprie attività nelle scuole si propone di organizzare laboratori e corsi in diversi IPM d’Italia. È il caso dell’IPM di Catanzaro, in cui si è tenuto un laboratorio di Urban art, nell’ambito della progettualità denominata “Street is culture”.
A cura del laboratorio troviamo Ilario Parentela, in arte Punch311, nato a Catanzaro nel 1989. Ilario si occupa di attività di decoro urbano per la riqualificazione di posti abbandonati o degradati e dipinti su qualsiasi superficie: quadri, ritratti, installazioni e cura di esterni ed interni.
Il suo legame con l’arte di strada inizia prestissimo, già nel 2005, quando assiste, nella propria città, ad un evento di graffiti e street-art in cui rimane tanto affascinato da decidere di entrare proprio in quel mondo.
Dal 2009 in poi infatti si è attivamente occupato dell’arricchimento artistico in tutte le sue forme.
Ed è proprio Ilario a parlarci della sua esperienza all’interno dell’IPM di Catanzaro.
“Durante gli ultimi mesi del 2022 sono stato contattato da Street Is Culture. E’ stato un grande piacere ricevere una loro comunicazione; anche perché, dopo un breve colloquio, ho promosso a pieno il loro progetto“.
All’interno dell’iniziativa il suo ruolo è stato quello di istruttore.
Gli sono state affidate due classi. Il laboratorio, ci spiega Ilario, si è suddiviso in due momenti. Il primo momento è stato dedicato interamente alla conoscenza dei ragazzi con l’istruttore e viceversa. Una presentazione, insomma, finalizzata alla nascita di una connessione autentica e alla formazione di un gruppo, una crew in cui ogni ragazzo avrebbe potuto sentirsi a proprio agio.
Solo in un secondo momento Ilario ha invitato i ragazzi a disegnare ed esprimersi.
“Mentre spiegavo il tutto mettevo in sottofondo un po’ di musica hip hop, rap e video di graffiti, street art e musei, perché dovevano semplicemente rilassarsi e disegnare tutto ciò che passava loro per la testa. Non dovevano preoccuparsi “del bello” perché alla fine dipende sempre in che modo la si guarda una cosa, tutto è soggettivo in ambito artistico“.
Non è passato molto tempo e i ragazzi, seppure inizialmente timidi, erano già completamente catturati dell’attività e avevano perso la cognizione del tempo.
A fine lezione Ilario ha invitato tutti i ragazzi a notare che nonostante gli strumenti fossero esattamente gli stessi per tutti, erano presenti stili e scelte di colorazione diverse, a sottolineare la diversità dell’espressione di ogni ragazzo presente.
“Fu così che iniziò il mio percorso con loro”. Un percorso iniziato a gennaio e finito a fine marzo 2023, che ha impegnato i ragazzi per tre ore al giorno, con due incontri settimanali e che prevedeva un filone teorico ed uno pratico, per una formazione quanto più possibile completa. A conclusione dell’intero laboratorio è stato realizzato un grande murales esterno, all’interno del cortile dell’IPM, in cui sono stati ovviamente coinvolti tutti i ragazzi.
“La soddisfazione più grande non è stato tanto donargli la mia conoscenza, ma essere cresciuto grazie a loro. In questo percorso, seguendoli da vicino ed ascoltandoli, mi hanno fatto “vedere” tramite i loro discorsi una piccola parte di un mondo che non conoscevo”.
Se desideri ulteriori informazioni, contattaci al numero 3516734178 o scrivici all’indirizzo corsi@streetisculture.com.
Base Comune colora: un murales di significati
Venerdì 9 Giugno alle ore 19:00 si è svolto a Napoli, nel quartiere di Poggioreale, l’evento per l’inaugurazione del murales realizzato all’interno degli spazi dell’oratorio della Parrocchia Murialdo. Il corso appartenente al progetto Base Comune è promosso da Proodos società cooperativa sociale, Italiacamp e Street is Culture, ed è finanziato da Fondazione San Zeno, sulla quarta municipalità del Comune di Napoli, in particolare i quartieri di Gianturco, Poggioreale, San Lorenzo e Vicaria.
L’obiettivo del progetto è la formazione di una comunità educante, che punti a rafforzare competenze non convenzionali nei ragazzi tra gli 11 e i 19 anni, attraverso l’interrelazione tra discipline della street culture e della STEAM.
L’inaugurazione del murales è avvenuta scoprendo il telo insieme, sia con gli attori del progetto che con le istituzioni locali. L’evento ha visto i ragazzi realizzare i disegni preparatori e poi i colori per il murales utilizzando le tecniche imparate durante il corso. L’opera di steet art è riuscita ad unire tutti, in segno di rigenerazione urbana, cambiamento, educazione e cultura. L’inaugurazione si è svolta a completamento del corso di street art e fotografia iniziato a febbraio di quest’anno.
Lo studio di grafica che ha tenuto il corso si chiama Mostera Studio. La realtà di Mostera è formata da un team di giovani creativi partenopei che hanno allineato le loro personali, pregresse e mutevoli competenze tecnico – creative. Gente mista, conosciutasi al Liceo Artistico “Umberto Boccioni” di Napoli con prosieguo di studi presso “Accademia di belle arti”, hanno sentito l’esigenza di creare un ambiente confortevole per equilibrare punti di vista, attitudini e skills intrinseche in ognuno di loro.
L’obiettivo del corso è quello di dare un’opportunità ai ragazzi di appassionarsi a qualcosa di costruttivo allontanandosi così dalla strada. L’idea del progetto è stata sviluppata prima su carta e poi in digitale ispirandosi ad elementi naturali, che potessero rappresentare al meglio i bambini della parrocchia.
All’inizio del corso è stata innanzitutto introdotta la storia dell’hiphop e del writing in generale, per poi passare allo studio del lettering e delle sue evoluzioni nel corso della storia. Quando i ragazzi si sono dimostrati autonomi nell’eseguire una bozza di lettering di base sono passati alla personalizzazione del loro stile, il che li ha resi sempre più diversi e particolari l’uno dall’altro. Sono state introdotte due tecniche famosissime nel mondo del writing: il 3D e l’ombra, completando così lo studio delle lettere e delle sue diverse forme.
Molta attenzione è stata data anche alla parte estetica, dedicandosi alla creazione di sfondi e disegni figurativi usati per abbellire e rendere ancora più completo il lettering. Mauro Carrella di “Mostera Studio” ha affermato che è stata un’emozione unica vedere in così poco tempo i ragazzi coinvolti e impegnati a dipingere e a stare insieme. L’evento oltre ad essere stato un momento di gioia da vivere tutti insieme ha significato speranza e tenacia da parte dei ragazzi che si impegnano con costanza per costruire il loro avvenire.
Se desideri ulteriori informazioni, contattaci al numero 3516734178 o scrivici all’indirizzo corsi@streetisculture.com.
Homiesfest: Uno skatepark che esplode di energia e creatività
Domenica 11 giugno, presso lo skatepark di San Giorgio, si è svolta la prima giornata di Homiesfest, un evento unico nel suo genere che mira a promuovere la cultura dello skateboard e a favorire la condivisione di spazi, idee e passioni tra giovani provenienti da diverse realtà. L’obiettivo principale è quello di creare un’atmosfera di aggregazione autentica e di supportare le politiche giovanili offrendo opportunità di crescita e di espressione.
Homiesfest, sostenuto dal Piano Giovani Rovereto, rappresenta un’occasione per vivere appieno la realtà giovanile, promuovendo l’inclusione e la libertà. Entusiasmante è la collaborazione con SIC che, grazie all’operato di Riccardo Zanirato, si muove per la prima volta in Trentino.
La prima giornata di Homiesfest è stata un vero successo, con una grande partecipazione di persone provenienti da Rovereto e da altre città. Ciò che ha reso l’evento ancora più speciale è stata la presenza di numerosi skater locali, ma anche di ragazzi che non fanno parte della scena dello skate.
La giornata ha preso il via con un free skate aperto a tutti a partire dalle 16, permettendo a chiunque di provare questa disciplina. Nel frattempo, l’artista Sank Semak ha iniziato a creare il suo graffito sul muro dello skatepark, accompagnando l’intera giornata con la sua arte. Alle 17 è iniziato il contest, che ha coinvolto un gran numero di partecipanti, regalando emozioni forti fino alle 19:30, momento in cui si sono svolte le premiazioni.
Il graffito ha accompagnato l’evento in ogni suo momento, diventando un simbolo di Homiesfest.
Dopo le premiazioni, ha avuto inizio la festa, con cibo e bevande offerti dai ragazzi Dogali, mentre la Plebeians Crew ha curato il sound, con una line up funky e hip hop, creando un’atmosfera coinvolgente per tutti i presenti. La serata è stata semplicemente fantastica, con un’animata movida che si è protratta fino alle 22.
L’atmosfera vibrava di energia positiva e l’entusiasmo era palpabile in ogni momento.
Homiesfest non si ferma qui! Sono in programma altre due giornate imperdibili, il 2 luglio e il 3 settembre. Se sei un appassionato di skate contest, mostre d’arte, graffiti, workshop e vuoi vivere momenti indimenticabili, non puoi assolutamente mancare.
La partecipazione all’evento è gratuita, quindi non ci sono scuse per non unirti a noi! Ti aspettiamo per condividere insieme l’energia e la passione di Homiesfest!
Se desideri ulteriori informazioni, contattaci al numero 3516734178 o scrivici all’indirizzo corsi@streetisculture.com.
-Carmen Diop
- Pubblicato il BLOG, Chi Siamo, graffiti, skateboarding, streetart
La strada è inclusione
Nell’estate 2022, nel comune di Vasto Street Is Culture ha realizzato il progetto che ha permesso la realizzazione del murales di Punta Penna da parte di un gruppo di giovani guidati dall’urban artist Nicola Di Totto.
La realizzazione del laboratorio è stato finanziato dal Ministero della Giustizia, Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità, voluto da Alberta Antonia Aracu direttrice dell’Ufficio di Servizio Sociale per Minorenni dell’Aquila e coordinato da Benedetta Ricci.
Il progetto si è svolto in due fasi.
Nella prima parte i ragazzi hanno affrontato la parte teorica. Sono stati approfonditi argomenti come: la nascita e lo sviluppo della disciplina della street art e i suoi principali esponenti.
La seconda fase invece si è incentrata sulla progettazione. Nicola ha lasciato carta bianca ai ragazzi, permettendo loro di mettere in gioco la creatività che ognuno possiede.
I ragazzi, che hanno preso parte al progetto, erano tutti di diversa nazionalità, accomunati da un passato difficile e un legame comune: il mare. Ed è proprio il mare il tema scelto dai ragazzi per il murale, visto come elemento di salvezza e speranza per un nuovo futuro.
Con l’aiuto dell’Urban Artist, ogni ragazzo lo ha interpretato a modo proprio: chi ha disegnato un faro, chi invece la bandiera del proprio paese. Nel progetto sono stati inclusi anche i nomi delle nazioni di provenienza dei ragazzi. Attraverso la stretta collaborazione e aiuto reciproco il risultato è stata un’opera inclusiva.
Nicola parla di un’esperienza positiva, emotiva e intesa di significati. Rivela:
“Questo tipo di progetto è molto bello e inclusivo, utile per avvicinare i ragazzi che magari hanno avuto difficoltà con la società. La street art come veicolo di rivincita, come modo per dare sfogo alla loro creatività.”
E aggiunge
“Io sono stato molto contento di aver partecipato a questo progetto. Spero che l’esperienza possa ripetersi in contesti diversi con ragazzi che hanno necessità.”
Articolo a cura di Mariaconcetta Libreri
Se vorresti saperne di più sull’offerta formativa e i laboratori organizzati da SIC, che sostengono i principi di inclusione e condivisione, contattaci al 351 853 1072 o scrivici alla e-mail segreteria@streetisculture.com.
Sic e Polimi: il tirocinio di Reda
SIC accoglie numerosi studenti che vogliono imparare e contribuire alla crescita dell’azienda, è stato il caso di Reda, tirocinante in ambito di architettura e progettazione dell’università PoliMI di Milano.
Insieme a noi ha preso parte ai progetti di rigenerazione urbana con cui SIC si propone l’obiettivo di bonificare spazi out e indoor abbandonati e degradati e ridargli una vita attraverso corsi ed eventi sportivi, soprattutto riguardanti le discipline urban.
Con il team, Reda ha sviluppato la presentazione del progetto Street Academy Termoli, un progetto di grande importanza che aveva bisogno di adeguata presentazione per venire approvato dagli ordini competenti. Il tirocinante ha quindi attivamente contribuito ad un elaborato fondamentale per l’attivazione del progetto.
Si è poi passati alla comunicazione e promozione dello stesso, sottolineando come fosse un evento che potesse riunire la comunità e proporre nuovi modi di fare sport.
Il lavoro svolto da Reda durante il suo tirocinio è stato essenziale allo sviluppo di diversi progetti, che anche adesso restano di grande importanza per l’azienda.
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