L’estate sta finendo, ma Street Is Culture non si rassegna e va alla ricerca del profumo di mare a Napoli, in occasione della prima edizione dell’evento “Roller Skating Festival” del 16 Settembre.

Se anche voi avete un’improvvisa voglia di mettervi le rotelle ai piedi, venite a trovarci in uno dei posti più suggestivi d’Italia, il lungo mare Caracciolo. L’evento inizia alle 9 e continua tutto il giorno, mentre noi saremo presenti dalle ore 10 alle ore 13.

Se il mondo degli sport urbani  vi attira, venite a scoprire l’evento!

Oltre al blading (nel caso in cui lame e rotelle non facessero per voi!), potrete provare diverse e intriganti discipline tra cui parkour,  skating e BMX, con la partecipazione del nostro referente dei corsi nazionali e istruttore di BMX Ciro Cesarino.

Street Is Culture crede, infatti, fortemente nel valore degli sport urbani come esperienza di inclusione, benessere psicologico ed espressione della creatività del singolo.

Cosa aspetti? Vieni a trovarci!

La partecipazione è gratuita ma i posti limitati, invia la tua richiesta a questo link  https://forms.gle/EnQhcPc9qMhCtjDX6

Per ulteriori informazioni, contattaci al numero 3518531072 o scrivici all’indirizzo corsi@streetisculture.com

Savona, una città che da sempre si trova sulla frontiera delle innovazioni culturali, si prepara ad ospitare la seconda edizione del Savona Street Fest, in cui Street Is Culture sarà presente, un evento che promette di unire il mondo “street” in tre giorni intensi di musica, danza, arte e sport. Dal 1° al 3 settembre, l’area di Piazzale Eroe dei Due Mondi si trasformerà in un crocevia di creatività e vitalità urbana.

Il Savona Street Fest è nato nel 2022 dall’iniziativa del Tavolo dei Giovani, un luogo di incontro tra l’amministrazione, le associazioni giovanili del territorio e i giovani stessi. L’obiettivo di questo evento annuale è valorizzare la cultura urbana e street, offrendo uno spazio di espressione alle diverse discipline che si sviluppano nel tessuto cittadino. La manifestazione è sostenuta dall’Amministrazione del Comune di Savona e si inserisce in un percorso di riqualificazione urbana e rigenerazione dei luoghi di incontro giovanile.

La Street Culture appartiene ai giovani, ed è proprio questa consapevolezza che fa del Savona Street Fest un importante catalizzatore di crescita individuale e sociale. Questo festival è concepito per favorire lo scambio culturale e costruire insieme un mondo migliore attraverso l’incontro e la condivisione.

La Street Culture è una modalità di fruizione del mondo che nasce da una nuova visione dei fondamenti stessi della socialità: la musica, l’arte, la comunicazione e il design sono elementi che la compongono. Il Savona Street Fest mira a promuovere questa cultura attraverso una variegata programmazione. Artisti locali e nazionali saliranno sul palco principale fin dalle prime ore del pomeriggio, mentre una zona dedicata al ballo hip hop ospiterà esibizioni di ballerini professionisti e un contest di danza. L’area Graffiti Wall sarà una tela aperta per gli artisti italiani e ospiterà un contest di graffiti, una novità dell’edizione 2023.

I visitatori del festival potranno deliziarsi con una varietà di sapori provenienti da tutta Europa grazie agli stand gastronomici presenti del Mercato Europeo, offrendo il meglio dello street food. Inoltre, non mancherà una selezione delle birre più famose a livello internazionale. Un servizio bar sarà attivo fino alla chiusura dell’evento, garantendo un’esperienza completa di svago e intrattenimento.

Il Savona Street Fest avrà a disposizione anche la vicina spiaggia per offrire attività ricreative nelle ore pomeridiane, accompagnate da DJ set che creeranno l’atmosfera perfetta per i partecipanti. La musica e l’intrattenimento continueranno nelle ore serali, trasformando la spiaggia in un luogo di festa e socialità.

Gli amanti degli sport urbani troveranno il loro rifugio nello skate park allestito appositamente per l’evento. Qui, nelle giornate del 2 e del 3 settembre, ci saranno istruttori di SIC che terranno lezioni gratuite di skateboard e parkour e i più giovani avranno l’opportunità di avvicinarsi a queste discipline. Lo spazio ospiterà anche altre discipline outdoor legate al mondo street.

Il festival riserva uno spazio speciale alle associazioni giovanili locali, offrendo loro la possibilità di promuovere le rispettive attività. Iniziative legate a tematiche ambientali, culturali e sociali verranno presentate in questa area, contribuendo così alla costruzione di una comunità consapevole e impegnata.

Per scoprire tutti gli appuntamenti e gli orari dettagliati del Savona Street Fest 2023, visita la pagina Instagram dell’evento.

Se sei interessato a saperne di più sulla nostra associazione, non esitare a contattarci al numero 3518531072 o tramite email all’indirizzo magid@streetisculture.com. 

Sarà un’esperienza di cultura urbana e creatività da non perdere!

-Carmen Diop

Banksy, profeta della street culture

Banksy è il nome d’arte di un leggendario writer britannico, uno dei maggiori esponenti di sempre della urban art, la cui vera identità è ancora oggi sconosciuta.

Sempre squisitamente satirica e sovversiva, la street art di Banksy non nasce mai come semplice risposta ad un’urgenza espressiva qualsiasi: è una vera e propria cosa viva, capace di istigare nella mente dello spettatore profonde domande sul mondo moderno, di farlo riflettere.

Bansky tratta temi come le farraginosità della società occidentale, le atrocità della guerra, il conformismo, le brutalità dei mass media come strumento di propaganda e delle forze dell’ordine come strumento di repressione. La sua opera sembra perennemente alla ricerca delle contraddizioni nascoste della società moderna, delle sue ipocrisie e dei suoi crimini, e tutto ciò usando il linguaggio, l’immaginario e i codici della cultura di massa e della cultura pop.

È famosissimo per il sapiente e ormai inconfondibile uso dello stencil, il principale strumento pittorico nel suo arsenale, utilissimo per poter realizzare i suoi graffiti molto in fretta e con un’ampia precisione.

Banksy è anche in aperta polemica con il mondo della diffusione tradizionale dell’arte ed in particolare con la mentalità dei magnati dell’arte. Molte sue opere alludono a ciò e spesso Banksy è solito appenderle clandestinamente nelle gallerie d’arte più famose del mondo, con gran clamore mediatico volta per volta.

Nonostante Banksy sia un nome ormai conosciuto in tutto il mondo e la sua arte celebrata e rinomata nella cultura pop così come in quella accademica, il misterioso writer di Bristol ha sempre preferito l’anonimato: come se non volesse attribuire a quelle opere una faccia, un volto, il pensiero di qualcuno con un nome ed un cognome, bensì piuttosto renderle il pensiero inespresso di una generazione, la voce latente di un popolo insoddisfatto, un vero e proprio profeta della street culture.

L’urban art è un fenomeno complesso e caleidoscopico: come si può racchiudere in una sola definizione?

L’unico massimo comun denominatore che è possibile trovare, plausibilmente, è quello dell’urgenza dell’espressione artistica come rivendicazione sociale. Il resto è gradito, ma sempre opzionale.

Partiamoci dalle basi: la forma di urban art più famosa esistente è il graffitismo. Il graffitismo è una forma di pittura murale diffusa ovunque, e consiste principalmente nel dipingere il proprio nome d’arte, in gergo “tag”, in maniere esteticamente eccentriche sui muri del tessuto urbano.

Le tecniche sono svariate, e comprendono l’uso di bombolette spray, stencils, aerografi, acrilici, poster e virtualmente ogni strumento artistico che possa essere usato in maniera abbastanza rapida ed incisiva.

Questa però è solo la forma più elementare del fenomeno. Il graffitismo stesso ha molte sfumature. In primo luogo, è spesso una importante voce dei quartieri periferici delle metropoli, dove la cultura della strada e la sua espressione come graffitismo diventano una sola cosa.

Ma ogni graffitaro, a prescindere dalla sua inclinazione, cerca di sviluppare uno stile e una personalità tutta sua, in modo da distinguersi nei panorami della urban art e creare un suo “marchio”.

Questa ricerca artistica è spesso stata così potente da emancipare l’arte di strada dalle sue origini graffitare e rendere questa forma artistica non più un puro capriccio estetico, ma una tradizione che cerca di esprimere un messaggio, spesso sociale, politico o comunque di contestazione.

Banksy è un famosissimo esempio di ciò: i suoi lavori di protesta contro l’omologazione dell’establishment sono ormai immediatamente riconoscibili nella mentalità collettiva. È spontanea l’associazione alla rivendicazione della libertà d’espressione, al pacifismo o all’unicità e poliedricità di ogni essere umano.

La street art, in questo modo, si pone in polemica più o meno aperta con l’élite e contro il mondo della conformazione, sia essa conformazione artistica (il mondo delle gallerie d’arte, ad esempio), morale o politica.

Seguendo questa evoluzione, ci si accorge facilmente che la urban art è un fenomeno ampio e vasto, che va dal mondo (meno consapevole ma sicuramente più a stretto contatto con le radici culturali del fenomeno) dei tag alle più consce rivendicazioni morali ed umane di un fenomeno che conta tra le sue fila anche capisaldi accettati dell’arte moderna come Banksy o Keith Haring.

E tornando alla domanda originale: è possibile darne una definizione unica? Forse no, ma forse l’unica cosa che sta dietro ai tag dei graffitari di periferia quanto alle opere di Banksy è la rivendicazione del diritto all’urgenza espressiva per se stessi quanto per il mondo intero.

Street Is Culture offre splendidi corsi sull’argomento, il cui scopo è insegnare ai ragazzi quest’arte in maniera funzionale ed espressiva!

Per ulteriori informazioni, contattaci al numero 3518531072 o scrivici all’indirizzo magid@streetisculture.com.

Nel vasto panorama degli sport urbani e delle forme d’arte che ne derivano, Street Is Culture si occupa anche di “blading“. Essa emerge come una disciplina affascinante che unisce abilità acrobatiche, creatività e stile personale. Anche se potrebbe non essere altrettanto famoso come il suo cugino più noto, lo skateboard, il blading ha guadagnato una base di appassionati devoti e sta attirando l’attenzione di un pubblico sempre più ampio. 

Il blading, anche noto come rollerblading o inline skating, ha avuto origine negli anni ’80 come una forma di trasporto alternativa e si è rapidamente evoluto in uno sport a sé stante. La chiave di volta del blading risiede nell’uso di pattini in linea, cioè montati su una fila di ruote allineate lungo la base del pattino. Questo design consente una maggiore agilità e un controllo superiore rispetto ai tradizionali pattini a quattro ruote.

Inizialmente, il blading era principalmente considerato uno sport da strada, utilizzato come mezzo di spostamento o per esercizio fisico. Con l’evolversi delle abilità e la crescente popolarità delle acrobazie su pattini, il blading si è trasformato in una vera e propria forma d’arte.

La tecnica del pattinaggio in linea presenta affascinanti somiglianze con quella del pattinaggio su ghiaccio, tuttavia, la presenza di un maggiore attrito influenza significativamente la velocità raggiungibile. Nel corso del tempo, le diverse specialità del pattinaggio in linea hanno contribuito a sviluppare una varietà di elementi tecnici, alcuni dei quali derivati dal pattinaggio su ghiaccio e dal pattinaggio a rotelle, mentre altri sono completamente innovativi. Nonostante queste differenze, esiste un nucleo tecnico di competenze fondamentali, condivise tra le varie discipline e abbastanza standardizzate, che ogni pattinatore in linea di buon livello dovrebbe possedere. 

Le principali tecniche includono spinte, curve, incroci in avanti, diverse modalità di frenata e arresto, pattinata e incroci all’indietro, transizioni avanti-indietro e viceversa, slalom in avanti e all’indietro su due piedi e su un piede, salti, nonché i famigerati “tre” esterni ed interni, e molto altro ancora.

È fondamentale comprendere che acquisire queste tecniche richiede un’attenta osservazione, la capacità di catturare gli aspetti essenziali dei movimenti, un sincero spirito di emulazione, una buona dose di sensibilità propriocettiva e, naturalmente, passione e perseveranza. L’arte del pattinaggio in linea va oltre la mera padronanza tecnica, poiché richiede un profondo coinvolgimento e un costante desiderio di miglioramento personale. Solo attraverso la dedizione e la continua pratica è possibile affinare queste tecniche e dare vita a movimenti fluidi e spettacolari che incarnano l’essenza stessa del pattinaggio in linea.

Una delle caratteristiche più affascinanti del blading è la sua natura altamente creativa. Gli skater sono liberi di esprimersi attraverso una varietà di movimenti fluidi, acrobazie audaci e sequenze coreografate. Questa libertà di espressione consente a ogni blader di sviluppare uno stile unico e personale. Alcuni potrebbero preferire trick veloci e dinamici, mentre altri potrebbero concentrarsi su movimenti più eleganti e fluidi. Il blading diventa quindi un mezzo attraverso il quale gli individui possono comunicare la propria personalità e prospettiva al mondo.

Come molte altre subculture, ha creato una forte comunità di appassionati che condividono una passione comune per questa disciplina. I blader si riuniscono per sessioni di pattinaggio, eventi e competizioni in tutto il mondo, creando uno spazio in cui possono condividere idee, ispirarsi a vicenda e collaborare su nuovi progetti.

Inoltre, l’avvento dei social media e delle piattaforme di condivisione video ha consentito ai blader di condividere le proprie acrobazie e creazioni artistiche con un pubblico globale. Questa esposizione ha amplificato la portata dell’arte del blading e ha permesso a nuovi talenti di emergere e ispirare altri.

Anche se può sembrare un’attività estremamente divertente e creativa, è importante sottolineare l’importanza della sicurezza e della responsabilità. L’uso di protezioni, come caschi, ginocchiere e gomitiere, è fondamentale per prevenire lesioni durante l’esecuzione di acrobazie e trick. Inoltre, i blader dovrebbero essere consapevoli dell’ambiente circostante e rispettare le regole della circolazione stradale quando si pattina in spazi pubblici.

Il blading è molto più di una semplice attività fisica o di svago – è un modo di esprimersi, di sfidare i limiti personali e di creare connessioni significative all’interno di una comunità appassionata. Attraverso le sue evoluzioni artistiche, ci invita a guardare oltre i confini tradizionali dello sport e a scoprire l’arte che può emergere quando l’abilità tecnica si fonde con la creatività personale. Quindi, la prossima volta che vedrete un gruppo di blader sfrecciare lungo la strada, prendetevi un momento per apprezzare l’arte e lo stile unici che si nascondono dietro ogni movimento audace!

Se desideri ulteriori informazioni, contattaci al numero 3518531072 o scrivici all’indirizzo magid@streetisculture.com.

-Carmen Diop

Nel vasto e inarrestabile mondo dell’arte urbana, una disciplina si erge come una vera e propria rappresentazione dell’anima delle strade: la breakdance. Una forma di espressione corporea che ha conquistato il cuore di giovani e adulti in tutto il mondo, la breakdance è diventata un simbolo tangibile della cultura di strada. Ecco perché Street is Culture ha scelto di abbracciare questa forma d’arte e renderla parte integrante della propria missione.

La storia della breakdance ha avuto origine tra gli adolescenti afroamericani e latinoamericani nel quartiere del Bronx a New York negli anni ’70. Ha preso vita durante le feste private e gli eventi di strada organizzati dalla nascente comunità hip-hop ed è emersa come una risposta creativa alle sfide sociali e culturali dell’epoca.

I giovani dei quartieri urbani iniziarono a sperimentare movimenti e pose uniche ispirate dalla danza, dalla ginnastica e dalla cultura hip-hop emergente. Questa nuova forma di danza era caratterizzata da movimenti acrobatici, rotazioni, salti e gesti che sfidavano le convenzioni della danza tradizionale.

La breakdance comprende due componenti principali: una fase iniziale in posizione eretta chiamata “toprock” e una serie di movimenti che coinvolgono un contatto ravvicinato con il pavimento, tra cui “footwork”, “powermove” e “freeze”.

Divenne parte integrante della cultura hip-hop, che includeva anche writing, mcing e djing. I primi ballerini, noti come “b-boys” (ragazzi) e “b-girls” (ragazze), si esibivano nelle strade, nei parchi e nelle feste, creando una forma di intrattenimento unica e coinvolgente.

Negli anni ’80, la breakdance iniziò a guadagnare popolarità a livello globale grazie a film, programmi televisivi e tour internazionali di crew di breakdance. La competizione e la creatività all’interno della comunità portarono all’evoluzione di nuovi stili e movimenti, contribuendo a definire l’identità unica di questa forma d’arte.

In origine, la breakdance prende vita nelle strade all’interno dei cosiddetti “cypher”: gruppi di persone che formano cerchi in cui i b-boy si alternano nell’esecuzione delle loro sessioni di ballo. Oltre a essere un momento di espressione e di allenamento, il cypher rappresenta un’opportunità di socializzazione per i giovani. All’interno del cypher, possono emergere sfide individuali o di gruppo, comunemente chiamate “battle”. 

In questi anni iniziano a essere organizzati eventi conosciuti come “contest”, in cui b-boy e crew da diverse parti del mondo si sfidano secondo criteri predefiniti. Questi eventi si adattano alle dimensioni dell’occasione. Il cypher e la battle rappresentano una reinterpretazione culturale, poiché trasformano pratiche rituali antiche per adattarle all’ambiente urbano contemporaneo.

Nel corso degli anni, la breakdance ha continuato a svilupparsi e adattarsi alle tendenze culturali e musicali, mantenendo la sua essenza di libertà espressiva e individualità. Oggi, è considerata una forma d’arte rispettata e riconosciuta a livello internazionale, con competizioni, eventi e scuole dedicate a insegnare e preservare questa cultura di strada unica.

La breakdance ha esercitato un’influenza profonda nel mondo contemporaneo, plasmando la cultura popolare, la moda, la musica e l’arte. La sua energia creativa e la sua capacità di unire persone di diverse origini hanno contribuito a rendere la breakdance un simbolo di unità e espressione globale.

In un mondo in cui le barriere culturali spesso dividono le persone, essa agisce come un ponte che collega culture e comunità. Le crew che si esibiscono insieme, sono spesso composte da individui di origini etniche e sociali diverse. Questi gruppi offrono uno spazio di inclusione in cui le differenze sono celebrate e l’arte diventa il mezzo per condividere storie personali e collettive. 

Non è solo uno spettacolo visivo, ma anche uno strumento di cambiamento sociale. Attraverso l’arte del movimento, può affrontare temi importanti come l’uguaglianza, la diversità e l’inclusione. Le performance possono innescare discussioni significative sulla cultura di strada, la storia delle comunità marginalizzate e le sfide che affrontano. Essa spinge le persone a considerare il mondo da diverse prospettive e promuove il dialogo costruttivo.

SIC ha riconosciuto il potenziale unico della breakdance come veicolo per diffondere la cultura di strada. Includendola tra le discipline di cui si occupa, l’organizzazione dimostra il suo impegno a preservare e promuovere le forme d’arte urbane autentiche. 

Questa scelta rafforza l’importanza della breakdance come patrimonio culturale, nonché la sua capacità di influenzare positivamente la società.

Per ulteriori informazioni sui corsi, contattaci al numero 3516734178 o scrivici all’indirizzo corsi@streetisculture.com.

-Carmen Diop

 

Si è concluso oggi il tirocinio di Magda Lauletta, neolaureata in Sociologia presso l’Università degli studi di Salerno

Magda, all’interno di Street Is Culture ha imparato a riscoprire la cultura urban e tutte le sue sfaccettature, ma soprattutto l’esperienza l’ha resa consapevole dei metodi alternativi e sani che quest’ultima può offrire in relazione al sostegno ai ragazzi in ambienti difficili e precari. 

“É stato interessante e formativo parlare con gli educatori che prendevano parte agli eventi organizzati di volta in volta ed ascoltare le loro esperienze a contatto con ragazzi e minori di ambienti diversi”

Il suo impiego riguardava la comunicazione, la scrittura di articoli e, sul finire della sua esperienza, l’impostazione di una ricerca sociologica volta alla comprensione dei territori su cui intervenire. 

Sic ha rappresentato un luogo di crescita, aggregazione e, soprattutto, sostegno tra tutte le tirocinanti e con l’intero staff. 

 

 

Se sei alla ricerca di un’esperienza lavorativa all’interno di un team giovane e dinamico contattaci alla mail segreteria@streetisculture.com.

Il laboratorio di urban art che si è svolto all’IPM di Pontremoli si è occupato in particolare della disciplina del writing, una delle quattro arti della cultura hip-hop.

L’insegnante, di nome Kevi, si è concentrato sul lato tecnico del writing, che consiste nello scrivere la propria firma, detta tag, nel modo più creativo ed artistico possibile anche grazie al supporto di sfondi particolari o vari personaggi dipinti sulle pareti.

L’altro lato della formazione consiste nell’approfondimento teorico e storico del movimento artistico e di come questo si coniughi con il suo impatto sociale. Vengono mostrate alla classe delle fotografie di artisti e di opere che hanno lasciato il segno nella memoria collettiva.

Il lato pratico infine, consiste nel riprodurre sui muri i disegni che vengono prima provati in classe sul foglio dagli allievi. Il corso è stato della durata di 96 ore e si è articolato in una lezione a settimana della durata di tre ore. L’età degli interessati varia dai 14 fino ai 20 anni.

Uno dei ricordi che Kevi apprezza particolarmente riguarda l’attività collettiva che fu svolta per un’opera dedicata alla lotta contro il razzismo.

Il writing, ma proprio tutta la cultura hip hop, ha da sempre interessato gli strati sociali che stanno solitamente al margine della società. D’altronde quest’arte nasce dentro il “ghetto” americano, dando la possibilità ai ragazzi di avere un’alternativa che non sia la strada, un obiettivo che riguardi anche la loro passione.

Soprattutto negli istituti penitenziari questa disciplina può aiutare a concentrare il proprio tempo in maniera differente e soprattutto costruttiva. Può essere utilizzata come una sorta di rivendicazione sociale.

L’emozione più grande per Kevi è sentirsi dire che qualcuno vorrebbe continuare a dipingere anche una volta fuori da lì. Come altre discipline, il writing è un momento di condivisione e di aggregazione importantissimo per la vita dei ragazzi all’interno dell’IPM.

Se desideri ulteriori informazioni, contattaci al numero 3518531072 o scrivici all’indirizzo magid@streetisculture.com.

Il basket è uno sport amato in tutto il mondo, ma ci sono variazioni e adattamenti che lo rendono ancora più emozionante e libero. Uno di questi è lo streetball, una variante giocata su strada o in spazi aperti, che si discosta dalle regole rigide del basket tradizionale. 

Per la sua versatilità e per il contesto in cui è nata e si pratica, la disciplina viene inserita tra le otto a cui Street Is Culture dedica corsi per i ragazzi al fine di metterli in connessione con una cultura urbana innovativa. 

È un’arte espressiva che fonde talento, creatività e spirito di comunità. Questa particolare disciplina, nata in contesti urbani e spesso giocata su campi improvvisati, ha conquistato il cuore di molti appassionati in tutto il mondo. Con il tempo è riuscito a superare  i confini del gioco e diventare una vera e propria cultura trasversale.

Le origini della disciplina sono profondamente legate alla cultura urbana. Nasce nei quartieri delle grandi città, dove i giovani giocano a basket per strada, dando vita a un’esperienza ludica informale e senza regole rigide. Questa pratica ha consentito a molte comunità di sviluppare una propria identità, contribuendo a creare legami sociali e a promuovere la coesione tra i giovani.

Una delle caratteristiche distintive dello streetball è la sua natura creativa e la libera espressione. Gli atleti di strada hanno la possibilità di esibirsi con stili di gioco unici e spettacolari, mescolando passi acrobatici, dribbling innovativi e tiri audaci. La strada diventa il palcoscenico per la loro arte, e ogni partita è un’opportunità per mostrare il proprio talento e creatività.

Lo streetball si contraddistingue per il campo da gioco informale, spesso situato in strade, campi pubblici o cortili. A differenza delle arene ufficiali del basket, lo streetball non ha linee di campo rigidamente definite, ma si adatta alle caratteristiche dell’ambiente circostante. Anche questa libertà permette ai giocatori di sfruttare al meglio gli spazi e di adattarsi alle situazioni con creatività.

Le squadre di streetball sono generalmente composte da 3 a 5 giocatori per lato, anche se la dimensione può variare a seconda delle circostanze. Questa riduzione del numero di giocatori rende le partite più dinamiche, facendo emergere abilità individuali e connessioni di squadra più strette. La passione e l’impegno dei giocatori si concentrano su ogni singola azione, creando una competizione intensa e coinvolgente.

I punti vengono assegnati allo stesso modo del basket tradizionale, con canestri da 2 e 3 punti, ma le regole sui falli sono meno rigide. In molte partite, viene applicato il principio del “no blood, no foul”, consentendo un certo livello di contatto fisico finché non causa danni evidenti o ferite. 

Infatti, uno degli aspetti distintivi dello streetball è l’autogestione del gioco. Le chiamate dei falli spesso sono lasciate alla discrezione dei giocatori stessi, promuovendo il fair play e la cooperazione. Inoltre, il gioco continua senza pause per i tiri liberi, mantenendo un ritmo fluido.

La creatività è al centro dello streetball, che diventa una disciplina vera e propria e si distacca presto dall’essere considerata soltanto una variante del basket tradizionale, proprio grazie alla libertà nell’azione di gioco.  

La disciplina, inoltre, abbraccia l’inclusione e celebra la diversità. È un ambiente aperto a tutti, indipendentemente dall’età, sesso o background sociale. Questa apertura ha contribuito a rompere le barriere sociali e a creare spazi di incontro e interazione tra persone di diverse culture e provenienze. Lo streetball unisce le persone e promuove una vera e propria fratellanza.

Per questo motivo, oltre al puro divertimento e all’aspetto competitivo, lo streetball ha dimostrato di avere un impatto sociale significativo. In molti quartieri svantaggiati, il gioco di strada ha fornito un’alternativa positiva alle attività poco sane, contribuendo a tenere i giovani lontani dalla strada e dai rischi associati. Molti progetti sociali e associazioni hanno incorporato lo streetball come strumento per promuovere l’inclusione sociale e la cooperazione tra i giovani.

Inoltre, internet e i social media hanno amplificato l’impatto dello streetball, trasformandolo in una comunità globale. Video e clip di partite spettacolari si diffondono velocemente, consentendo a giocatori e appassionati di condividere la passione per questo sport a livello mondiale. Campionati e tornei internazionali riuniscono giocatori provenienti da diverse parti del globo, creando un senso di unità e competizione a livello internazionale.

In definitiva, lo streetball è una celebrazione della cultura del basket, un’opportunità per giocatori di tutte le età e livelli di esperienza di condividere la loro passione per questo sport e di divertirsi insieme, senza vincoli, sulle strade e negli spazi aperti di tutto il mondo.

 

Per ulteriori informazioni sui corsi, contattaci al numero 3516734178 o scrivici all’indirizzo corsi@streetisculture.com.

La devianza nei minori rappresenta una questione cruciale per una società civile incentrata sul rispetto e il sostegno dei più fragili. 

I giovani, nella loro fase di crescita e sviluppo, possono manifestare comportamenti devianti in varie forme, come comportamenti antisociali, reati minorili, abuso di sostanze, violenza, disimpegno scolastico e altro ancora. Questi segnali possono essere sintomo di problemi più profondi o di difficoltà personali e sociali che i giovani stanno affrontando.

In questo contesto, le istituzioni preposte alla tutela dei minori giocano un ruolo fondamentale nella prevenzione della devianza e nel fornire un adeguato sostegno ai giovani a rischio. Attraverso programmi di prevenzione attentamente strutturati, queste istituzioni cercano di intervenire precocemente, evitando che i minori intraprendano comportamenti devianti che potrebbero influenzare negativamente il loro sviluppo futuro.

Tra queste istituzioni, i Servizi Sociali per i Minorenni (USSM) svolgono un ruolo di primaria importanza. Essi si impegnano attivamente in iniziative che mirano a creare un ambiente di supporto, sicurezza e crescita per i minori, fornendo loro le risorse e gli strumenti necessari per affrontare le sfide della vita in modo costruttivo. 

Un esempio concreto si è svolto presso l’USSM di L’Aquila che, a metà luglio 2021, ha organizzato dei laboratori di arti di strada, sostenendo l’iniziativa di Street Is Culture. 

I vari laboratori presentavano diverse discipline e ognuna di esse mirava a trasmettere aiuto e sostegno concreto ai minori della struttura. 

Le discipline interessate sono state parkour, skateboard e graffiti. 

Stefano Divizia, street master e responsabile del laboratorio di graffiti, ci ha raccontato la sua esperienza all’interno dell’U.S.S:M.

“Durante il laboratorio di arte di strada, i ragazzi hanno dimostrato un vivace interesse verso il mondo dei graffiti. Alcuni di loro avevano già esperienza, mentre altri hanno scoperto una nuova passione“. 

Il corso, infatti, è stato concepito come un’opportunità di iniziazione all’arte di strada, offrendo una base di conoscenze e competenze per chi avesse desiderato approfondire questa forma espressiva. 

Nonostante le varie difficoltà del caso, Stefano ha raccontato che il corso si è svolto e concluso positivamente e il progetto è stato completato con successo, con la realizzazione, da parte di tutti i ragazzi coinvolti, di un graffito simbolico riguardo concetti di “dono“ e “perdono“.

Questo è successo per un motivo. Il laboratorio di graffiti, infatti, ha deciso di partecipare  al contest “Liberi di donare”, istituito nelle scuole e negli istituiti per minori (e promosso dall’Istituto Italiano della Donazione in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione).

Il contest in questione fa parte di un’iniziativa importante, che mira a promuovere la cultura del dono e della donazione in tutte le sue forme, coinvolgendo sia il mondo associativo che i cittadini privati. 

Per questo motivo l’idea dietro il graffito realizzato prevedeva un collegamento tra l’arte di strada ed il concetto di dono.

“Insieme ai ragazzi, dopo alcune lezioni teoriche, abbiamo sviluppato il concetto alla base del graffito giocando con il termine dono. Si è arrivati alla conclusione di usare il termine “perdono”, riferendosi al perdono da parte delle istituzioni verso l’assoluzione dei reati commessi, che poi può essere inteso anche “per-il-dono” per la volontà di essere d’aiuto e, appunto, donare”

Al pari del laboratorio di graffiti, anche quello di Parkour diventa un potente strumento per trasmettere ai ragazzi importanti insegnamenti sulla resilienza, la determinazione e il superamento delle difficoltà. I ragazzi, tramite le basi teoriche della disciplina, Imparano che non è necessario evitare gli ostacoli, ma che anzi, possono abbracciarli come opportunità di crescita personale. 

In sintesi, il laboratorio di Parkour offre ai ragazzi una preziosa riflessione sulla vita, insegnando loro che le sfide sono inevitabili, ma con la giusta mentalità e il giusto approccio, possono essere superate in modo creativo e positivo, trasformando gli ostacoli in opportunità e aprendo la strada a un futuro più promettente.

In conclusione, i Servizi Sociali per i Minorenni, in sinergia con artisti e associazioni, svolgono un ruolo essenziale nel fornire opportunità di sviluppo, integrazione e supporto ai minori a rischio e a quelli che hanno commesso reati. 

Attraverso iniziative di questo tipo si promuove una società più inclusiva e protettiva per i giovani. Una società che incoraggia la partecipazione attiva e positiva nella comunità. 

Inoltre, la prevenzione è una misura fondamentale per costruire un futuro in cui i giovani possano crescere e svilupparsi in modo sano e armonioso, diventando cittadini consapevoli e responsabili.

 

 

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