NOVARA – nuova tappa per gli Open Day SIC


Gli Open Day di Street is Culture non si fermano e arrivano anche a Novara!

Un grazie speciale al comune di Novara che ha scelto di collaborare con noi permettendoci di aggiungere una nuova meta ai nostri Open Day.

Street is Culture è infatti una realtà in espansione in tutta Italia, il cui obiettivo è permettere ai vostri ragazzi di esprimere se stessi attraverso gli sport Urban includendoli in una realtà di divertimento e passione, ma anche di impegno e dedizione. Quattro parole chiave che permetteranno loro di cambiare questa realtà sociale riqualificando sport e cultura street!

Non fatevi sfuggire questa imperdibile occasione e venite a provare i nostri corsi, con l’aiuto e la supervisione degli istruttori delle discipline Breaking e Parkour.

Sabato 23 settembre saremo al Flow Park (clicca qui per trovarci più in fretta https://goo.gl/maps/tw2XSjkbTwAu7k8H8 ), dalle ore 11 alle ore 13.

 

La partecipazione è gratuita ma i posti limitati, invia la tua richiesta a questo link: https://forms.gle/EnQhcPc9qMhCtjDX6

Per ulteriori informazioni, contattaci al numero 3518531072 o scrivici all’indirizzo corsi@streetisculture.com

 

 

Nel vasto e inarrestabile mondo dell’arte urbana, una disciplina si erge come una vera e propria rappresentazione dell’anima delle strade: la breakdance. Una forma di espressione corporea che ha conquistato il cuore di giovani e adulti in tutto il mondo, la breakdance è diventata un simbolo tangibile della cultura di strada. Ecco perché Street is Culture ha scelto di abbracciare questa forma d’arte e renderla parte integrante della propria missione.

La storia della breakdance ha avuto origine tra gli adolescenti afroamericani e latinoamericani nel quartiere del Bronx a New York negli anni ’70. Ha preso vita durante le feste private e gli eventi di strada organizzati dalla nascente comunità hip-hop ed è emersa come una risposta creativa alle sfide sociali e culturali dell’epoca.

I giovani dei quartieri urbani iniziarono a sperimentare movimenti e pose uniche ispirate dalla danza, dalla ginnastica e dalla cultura hip-hop emergente. Questa nuova forma di danza era caratterizzata da movimenti acrobatici, rotazioni, salti e gesti che sfidavano le convenzioni della danza tradizionale.

La breakdance comprende due componenti principali: una fase iniziale in posizione eretta chiamata “toprock” e una serie di movimenti che coinvolgono un contatto ravvicinato con il pavimento, tra cui “footwork”, “powermove” e “freeze”.

Divenne parte integrante della cultura hip-hop, che includeva anche writing, mcing e djing. I primi ballerini, noti come “b-boys” (ragazzi) e “b-girls” (ragazze), si esibivano nelle strade, nei parchi e nelle feste, creando una forma di intrattenimento unica e coinvolgente.

Negli anni ’80, la breakdance iniziò a guadagnare popolarità a livello globale grazie a film, programmi televisivi e tour internazionali di crew di breakdance. La competizione e la creatività all’interno della comunità portarono all’evoluzione di nuovi stili e movimenti, contribuendo a definire l’identità unica di questa forma d’arte.

In origine, la breakdance prende vita nelle strade all’interno dei cosiddetti “cypher”: gruppi di persone che formano cerchi in cui i b-boy si alternano nell’esecuzione delle loro sessioni di ballo. Oltre a essere un momento di espressione e di allenamento, il cypher rappresenta un’opportunità di socializzazione per i giovani. All’interno del cypher, possono emergere sfide individuali o di gruppo, comunemente chiamate “battle”. 

In questi anni iniziano a essere organizzati eventi conosciuti come “contest”, in cui b-boy e crew da diverse parti del mondo si sfidano secondo criteri predefiniti. Questi eventi si adattano alle dimensioni dell’occasione. Il cypher e la battle rappresentano una reinterpretazione culturale, poiché trasformano pratiche rituali antiche per adattarle all’ambiente urbano contemporaneo.

Nel corso degli anni, la breakdance ha continuato a svilupparsi e adattarsi alle tendenze culturali e musicali, mantenendo la sua essenza di libertà espressiva e individualità. Oggi, è considerata una forma d’arte rispettata e riconosciuta a livello internazionale, con competizioni, eventi e scuole dedicate a insegnare e preservare questa cultura di strada unica.

La breakdance ha esercitato un’influenza profonda nel mondo contemporaneo, plasmando la cultura popolare, la moda, la musica e l’arte. La sua energia creativa e la sua capacità di unire persone di diverse origini hanno contribuito a rendere la breakdance un simbolo di unità e espressione globale.

In un mondo in cui le barriere culturali spesso dividono le persone, essa agisce come un ponte che collega culture e comunità. Le crew che si esibiscono insieme, sono spesso composte da individui di origini etniche e sociali diverse. Questi gruppi offrono uno spazio di inclusione in cui le differenze sono celebrate e l’arte diventa il mezzo per condividere storie personali e collettive. 

Non è solo uno spettacolo visivo, ma anche uno strumento di cambiamento sociale. Attraverso l’arte del movimento, può affrontare temi importanti come l’uguaglianza, la diversità e l’inclusione. Le performance possono innescare discussioni significative sulla cultura di strada, la storia delle comunità marginalizzate e le sfide che affrontano. Essa spinge le persone a considerare il mondo da diverse prospettive e promuove il dialogo costruttivo.

SIC ha riconosciuto il potenziale unico della breakdance come veicolo per diffondere la cultura di strada. Includendola tra le discipline di cui si occupa, l’organizzazione dimostra il suo impegno a preservare e promuovere le forme d’arte urbane autentiche. 

Questa scelta rafforza l’importanza della breakdance come patrimonio culturale, nonché la sua capacità di influenzare positivamente la società.

Per ulteriori informazioni sui corsi, contattaci al numero 3516734178 o scrivici all’indirizzo corsi@streetisculture.com.

-Carmen Diop

Nel Centro Diurno Polifunzionale di Lecce, situato in Via Siracusa 125, si è appena conclusa un’attività molto interessante, che ha coinvolto i ragazzi minori in carico ai servizi sociali. I centri polifunzionali svolgono un ruolo importante nell’accoglienza e nel supporto di questi giovani, offrendo loro un ambiente sicuro e stimolante per il loro sviluppo.

Recentemente, il team dell’Italian Camp di Napoli, un partner con cui Street Is Culture aveva collaborato per il progetto di Base comune, ha realizzato il progetto “Officine del Mezzogiorno”, una serie di attività pensate per questi ragazzi. La chiusura delle attività era prevista per il 30 giugno, ma il desiderio di offrire loro ulteriori opportunità sportive ha spinto Italian Camp a prendere in considerazione nuove proposte.

Sotto la loro richiesta, SIC ha prontamente elaborato un programma di attività che avrebbe avuto luogo dal 26 giugno al 30 giugno, da lunedì a venerdì, per un totale di cinque giorni. Per garantire un’esperienza completa, abbiamo coinvolto un totale di quattro istruttori esperti, che si sarebbero dedicati a due discipline diverse: break dance e urban art.

La break dance ha offerto ai ragazzi l’opportunità di scoprire e apprendere le basi di questa disciplina energica e coinvolgente. Attraverso lezioni strutturate, hanno imparato i movimenti fondamentali, l’esecuzione di sequenze coreografiche e l’importanza della musica e del ritmo nella disciplina. Gli istruttori hanno fornito supporto costante, incoraggiando la creatività e la fiducia dei partecipanti.

Parallelamente, l’urban art ha dato loro l’opportunità di esprimere la propria creatività attraverso la realizzazione di opere d’arte su due pannelli che sarebbero stati successivamente esposti nel centro. I ragazzi hanno lavorato a stretto contatto con gli istruttori, imparando le tecniche di base e sviluppando le proprie abilità artistiche. 

Questa attività ha permesso loro di sperimentare diverse forme di espressione artistica e di lasciare un’impronta duratura nel Centro Diurno Polifunzionale di Lecce. Alla fine delle cinque giornate, i ragazzi avevano non solo acquisito nuove competenze nella break dance e nell’urban art, ma avevano anche consolidato i legami tra di loro e con gli istruttori. Le attività sportive e artistiche hanno favorito la coesione di gruppo, la fiducia reciproca e lo sviluppo delle capacità sociali. Oltre a ciò, i due pannelli realizzati con impegno e passione rappresentano un ricordo tangibile di questa esperienza unica.

È stata un’occasione preziosa per crescere, imparare e divertirsi. Grazie alla collaborazione tra i due partner, siamo riusciti a proporre ai ragazzi un’esperienza coinvolgente che ha promosso lo sviluppo personale, l’arte e lo sport.

Se fai parte di un’associazione o un ente sociale e vorresti collaborare con noi contattaci al 351 673 4178 o alla mail segreteria@streetisculture.com.

-Carmen Diop

Espressività urbana

“Espressività Urbana”: Street is Culture presenta la collaborazione con l’Istituto Penale per Minorenni di Roma. Il finanziamento da parte del Ministero della Giustizia, Dipartimento Giustizia Minorile e di Comunità, ha reso possibile la realizzazione di due laboratori educativi: il primo di Breakdance ed il secondo di Street Art. Le attività sono state seguite dalla Direttrice dell’Istituto, la Dr.ssa Maria Teresa Iuliano, dalla Referente Ministeriale Vanessa Sana e dal Funzionario dell’Area Pedagogica, Dott.ssa Elisabetta Ferrari.

 

Breaking con Luca Granini

Il laboratorio di Breakdance, è partito a metà del 2022 ed ha una durata prevista di due anni. L’attività, che si ripete con frequenza settimanale, sembra aver permesso l’instaurazione di un buon rapporto e una buona comunicazione tra le ragazze e l’istruttore. Secondo Luca, il tempo dedicato alle lezioni di breaking porta le partecipanti ad essere attive e coinvolte direttamente nella disciplina. Anche nei momenti di difficoltà, vengono seguite e reindirizzate a raggiungere gli obiettivi prefissati.
In particolare, l’istruttore sente di avere un impatto sul percorso delle ragazze. Ci racconta che:

“Molte di loro non avevano mai ballato prima e non avrebbero mai pensato di farlo, grazie a questi incontri si sentono spronate e motivate ad impegnarsi in qualcosa.” 

Per queste ragazze si tratta di un grande successo, poiché si sentono apprezzate e incoraggiate a sviluppare una nuova passione. Inoltre, alcune hanno anche deciso di dedicare il loro tempo libero all’allenamento produttivo e alla pratica dei passi e delle sequenze apprese durante le lezioni.  Questo laboratorio, settimana per settimana dà incredibili frutti: offre l’opportunità di  svagarsi imparando qualcosa di nuovo secondo i principi del benessere fisico e mentale.

 

Street art con Mirco Vincenzo Pierri

Per quanto riguarda il laboratorio di Street Art con Mirco Vincenzo Pierri, è stato suddiviso per fasce d’età e si è svolto durante i mesi estivi, tre volte a settimana. Una figura da cui apprendere nuovi insegnamenti, nei percorsi di reinserimento sociale, è sempre riconosciuta come un’importante risorsa per il recupero di coloro che si trovano in situazioni di marginalità e di difficoltà.
In questo contesto, il lavoro di gruppo e la partecipazione ad attività collaterali sono elementi fondamentali per favorire la socializzazione e la costruzione di un senso di appartenenza alla comunità.

Mirco, in particolare, ha sottolineato l’importanza di continuare a promuovere queste iniziative all’interno delle Istituzioni del penale, perché l’arte allevia le tensioni e aiuta ad esprimere le proprie emozioni.
Secondo l’istruttore, il lavoro di gruppo e la partecipazione ad attività creative, come la pittura, sono stati aspetti fondamentali per offrire ai partecipanti l’opportunità di elaborare sensazioni positive e di allontanarsi dalle influenze del mondo esterno.
L’esperienza di Mirco è stata molto positiva: ha avuto modo di collaborare con i ragazzi dell’Istituto, insegnandogli, attraverso la street art, a promuovere la cultura di strada, il rispetto e la legalità. Da parte loro, invece, è stato un modo per imparare a cooperare, sentirsi parte di un gruppo e di produrre qualcosa da cui trarre soddisfazione.

 

Street is Culture è presente in tutta Italia con progetti di educazione e rieducazione utilizzando come mezzi la disciplina, la condivisione e la cultura urban.
Se vuoi avere maggiori informazioni sull’offerta formativa che proponiamo, contattaci e seguici sui social.

 

 

Articolo a cura di Mariam Mohamed, UNIGE

La strada è crescita

Street is Culture è sinonimo di crescita. Infatti con i suoi laboratori educativi basati sull’attività sportiva, ha spronato i ragazzi dell’USSM di Messina a mettersi in discussione e responsabilizzarsi.
L’esperienza è stata possibile grazie al finanziamento approvato dal Ministero della Giustizia, Dipartimento Giustizia Minorile e di Comunità e alla collaborazione con la direttrice Maria Palella e la Referente Ministeriale Irene D’Arrigo.
Tre le discipline coinvolte: Parkour, Breakdance e Urban Art.

 

Parkour con Simone Salvatore Radici

“Il processo di apprendimento è stato graduale, sempre in crescita, condiviso da tutti.”

 – Simone Salvatore Radici, istruttore di parkour.

Suddiviso in due o tre incontri settimanali, il corso di parkour ha ottenuto risultati molto positivi.
Ha stimolato i ragazzi a capire l’importanza dei rapporti interpersonali, sensibilizzandoli al rispetto delle regole e al sostegno reciproco.
Hanno superato ogni divergenza riuscendo a condividere un momento di svago e apprendimento di nuovi valori che Salvatore spera possano interiorizzare e tenere cari nel loro percorso di vita. 

 

Breakdance con Alessandra Occhino

“L’ultimo incontro che ho avuto con i ragazzi e gli educatori ha racchiuso per me tutto il senso dei nostri appuntamenti e della relazione che siamo riusciti ad instaurare, fatta di fiducia e di rispetto, fondamentali per potersi lasciar andare e uscire dalla zona di comfort.” 

Alessandra Occhino, istruttrice di breakdance.

Il laboratorio di breaking ha lasciato ad Alessandra un ricordo importante, fatto dello stupore e dell’impegno messo dai ragazzi in questa esperienza.
Prima di tutto nel lato sportivo e successivamente nell’interesse dimostrato verso la grande storia che si cela dietro a questa disciplina.
I ragazzi stessi si sono esposti, esprimendo opinioni talvolta contrastanti, che hanno portato alla condivisione di pensieri e dibattiti per nulla scontati, creando importanti momenti di crescita personale e sociale. 

 

Urban Art con Nicolò Amato

“Da parte dei ragazzi c’è stata una grandissima partecipazione e voglia di voler fare, di imparare.”

 – Nicolò Amato, istruttore di Urban Art.

Il murales intitolato “I Figli della Luna” è frutto del laboratorio di Urban Art, in cui le emozioni dei ragazzi hanno giocato un ruolo centrale.
Questi infatti si sono immedesimati in una fase lunare, quella che, nel momento della creazione dell’opera, rispecchiava maggiormente il loro stato d’animo.
L’insegnamento più grande è stato quindi quello di imparare, attraverso l’arte, a gestire le proprie emozioni, senza farsi trasportare dalle influenze esterne.
È stato fatto un lavoro di educazione emotiva, che ha portato ad una interazione notevole da parte dei ragazzi: si sono messi in gioco, hanno appreso l’importanza di riconoscere le proprie emozioni e a valorizzarle senza esserne schiavi.
L’esperienza ha impressionato positivamente Nicolò, per questo si augura di aver trasmesso valori che i giovani partecipanti coltiveranno in futuro.

 

Per maggiori informazioni sulla nostra offerta formativa, visita il nostro sito nella sezione “EDUCAZIONE” oppure contattaci ai seguenti recapiti:
mail segreteria@streetisculture.com
telefono 3518531072

Lo sport si fa SQUADRA

A Palermo, lo sport si fa SQUADRA.
Parkour, breakdance e streetball, sono state le discipline con cui Street Is Culture ha stimolato le menti e i corpi dei ragazzi dell’Istituto Penale per Minorenni di Palermo (IPM).
I tre laboratori proposti nella struttura sono stati realizzati grazie alla disponibilità della Direttrice Clara Pangaro e al finanziamento approvato dal Dipartimento di Giustizia Minorile e di Comunità del Ministero della Giustizia.

Parkour con Marco Biddeci

Credo che questi ragazzi, più che avere bisogno di qualcuno che gli dia ordini e che li controlli, abbiano necessità di un esempio da seguire”. 

Marco Biddeci, istruttore di parkour, si è voluto mostrare ai ragazzi, come un mentore, un uomo che dallo sport ne ha tratto la disciplina e il fair play.

Questi infatti sono i valori che a sua volta ha voluto trasmettere ai giovani partecipanti durante i loro incontri. Anche la collaborazione e l’aiuto reciproco hanno giocato un ruolo fondamentale in questa esperienza.
Infatti Marco ha spiegato e dimostrato attraverso esercizi di gruppo, quanto il lavoro di squadra, anche nel parkour, sia fondamentale per superare gli ostacoli.

 

Breakdance con Massimiliano Sciacca

Massimiliano, con il suo laboratorio di breaking, tra passi di danza e pezzi Old School, ha avuto il compito di insegnare ai ragazzi il senso della musicalità e la coordinazione. 

L’istruttore li ha seguiti dai primissimi movimenti basilari sino alla costruzione e all’esecuzione di piccole sequenze coreografiche studiate apposta per loro, con l’obiettivo di allenare, oltre al corpo, anche la memoria.
Anche se non è stato semplice per i partecipanti mostrarsi agli altri, performare per un “pubblico”, tutti quanti hanno affrontato l’esperienza con volontà di mettersi in gioco e di crescere.
Al termine del laboratorio Massimiliano lascia l’Istituto con questo pensiero:

 “Sono stato lieto di aver avuto la possibilità di insegnare qualcosa di nuovo a questi ragazzi, lo rifarei ancora”.

 

 

Streetball con Daniele Di Cristofalo

Nell’IPM di Palermo c’è stato spazio anche per la palla.
Portata orgogliosamente dal nostro Mister di streetball Daniele Di Cristofalo, che con pazienza e costanza si è dedicato all’insegnamento di questa disciplina rigorosa.

I ragazzi si sono mostrati da subito molto curiosi nei confronti di questo sport, tant’è che alcuni si sono appassionati così tanto da iniziare a vederlo come un modo per respingere lo stress e il nervosismo.
Con l’obiettivo di creare unità e coesione nel team, l’istruttore ha proposto quotidianamente delle sfide. Ha notato infatti come una sana competizione accendesse subito in loro il desiderio di lanciarsi in qualcosa di nuovo.
Daniele ha condiviso con noi una delle frasi che gli è stata confidata da un partecipante all’attività:

“È stato un modo per distrarmi dai problemi di casa”.

 

Questa è la motivazione che ogni giorno spinge SIC ad investire energie e tempo nei laboratori educativi, proponendo attività inclusive per stimolare i giovani ad una vita di passioni positive.

 

 

Visita il nostro sito nella sezione “EDUCAZIONE” o contattaci per scoprire la nostra proposta formativa.

 

Articolo a cura di Martina Colombari, UNIFE