ROMA – Gli Open Day SIC non finiscono
Gli appuntamenti a Roma non finiscono: dopo l’incontro in occasione della Settimana europea della Mobilità sostenibile, stiamo tornando con un nuovo Open day!
Ancora una volta Street is Culture vi da l’occasione di immergervi in quello che è il mondo degli sport street, con l’accompagnamento dei nostri istruttori, pronti a svelarvi qualche segreto del mestiere. Bambini e bambine, ragazzi e ragazze: vi aspettiamo tutti all’Open Day con la promessa che sarà un’esperienza indimenticabile, fatta di divertimento, socialità, svago e tanto movimento. Insomma una giornata da non perdersi!
Vi aspettiamo numerosi sabato 30 settembre, dalle ore 15 alle ore 18. Ci troverete al Parco Bergamini, in Via Alberto Bergamini 5 (clicca qui per trovarci più in fretta https://goo.gl/maps/8sRYavBdoc3zZ4Fd8). L’invito è per tutti: amici, cugini, genitori e accompagnatori, più siamo e più ci divertiremo!
SIC conta anche su voi per diffondere informazione, educazione e un nuovo punto di vista verso la cultura street, utilizzando lo sport e l’arte come strumenti protagonisti dei progetti, con l’obiettivo di dare una svolta alla percezione e alla collocazione sociale di questa realtà!
Un grazie va all’assessore Maurizio Rossi che ha collaborato con noi!
La partecipazione è gratuita ma i posti limitati, invia la tua richiesta a questo link: https://forms.gle/EnQhcPc9qMhC
Per ulteriori informazioni, contattaci al numero 3518531072 o scrivici all’indirizzo corsi@streetisculture.com
Mobilità sostenibile, ecco l’Open day di Roma, Municipio 14
Appuntamento speciale quello che ci aspetta sabato 16 settembre a Roma per il Municipio 14! Questo specifico Open day si svolgerà come parte del progetto per la Settimana europea della Mobilità sostenibile. Sabato, infatti, Piazza Guadalupe verrà pedonalizzata per l’iniziativa, e più di una ASD terrà iniziative di promozione di salute e sport come strumenti di inclusione sociale e miglioramento del tenore di vita di ogni cittadino, come potete leggere qui.
Naturalmente, tra queste c’è Street is Culture, che dalle 10 alle 13 terrà dimostrazioni e presentazioni interattive di discipline quali Skateboard, breakdance, parkour e BMX. Partecipare a questo progetto è per SIC un gran piacere, ed è veramente pertinente, dato che il progetto SIC nasce proprio sulle spalle dei suoi valori.
SIC, infatti, mira a spronare i ragazzi a confrontarsi con la competizione e le sfide personali attraverso discipline sportive ed artistiche, permettendo loro di scoprire e gestire al meglio le proprie risorse, crescendo attraverso la socializzazione e la condivisione.
I benefici delle nostre discipline non si limitano al piacere e al benessere psicologico, ma attraverso il gioco è possibile migliorare l’equilibrio, la flessibilità e la coordinazione.
Street is Culture è sempre disponibile e presente su tutto il territorio nazionale per collaborazioni con enti del terzo settore, scuole e Comuni, al fine di attivare e coinvolgere giovani e giovanissime in laboratori informali, educativi e altamente inclusivi.
La partecipazione è gratuita ma i posti limitati, invia la tua richiesta a questo link: https://forms.gle/EnQhcPc9qMhCtjDX6
Per ulteriori informazioni, contattaci al numero 3518531072 o scrivici all’indirizzo corsi@streetisculture.com.
Un ritorno in grande stile per il Savona Street Fest
Savona, una città che da sempre si trova sulla frontiera delle innovazioni culturali, si prepara ad ospitare la seconda edizione del Savona Street Fest, in cui Street Is Culture sarà presente, un evento che promette di unire il mondo “street” in tre giorni intensi di musica, danza, arte e sport. Dal 1° al 3 settembre, l’area di Piazzale Eroe dei Due Mondi si trasformerà in un crocevia di creatività e vitalità urbana.
Il Savona Street Fest è nato nel 2022 dall’iniziativa del Tavolo dei Giovani, un luogo di incontro tra l’amministrazione, le associazioni giovanili del territorio e i giovani stessi. L’obiettivo di questo evento annuale è valorizzare la cultura urbana e street, offrendo uno spazio di espressione alle diverse discipline che si sviluppano nel tessuto cittadino. La manifestazione è sostenuta dall’Amministrazione del Comune di Savona e si inserisce in un percorso di riqualificazione urbana e rigenerazione dei luoghi di incontro giovanile.
La Street Culture appartiene ai giovani, ed è proprio questa consapevolezza che fa del Savona Street Fest un importante catalizzatore di crescita individuale e sociale. Questo festival è concepito per favorire lo scambio culturale e costruire insieme un mondo migliore attraverso l’incontro e la condivisione.
La Street Culture è una modalità di fruizione del mondo che nasce da una nuova visione dei fondamenti stessi della socialità: la musica, l’arte, la comunicazione e il design sono elementi che la compongono. Il Savona Street Fest mira a promuovere questa cultura attraverso una variegata programmazione. Artisti locali e nazionali saliranno sul palco principale fin dalle prime ore del pomeriggio, mentre una zona dedicata al ballo hip hop ospiterà esibizioni di ballerini professionisti e un contest di danza. L’area Graffiti Wall sarà una tela aperta per gli artisti italiani e ospiterà un contest di graffiti, una novità dell’edizione 2023.
I visitatori del festival potranno deliziarsi con una varietà di sapori provenienti da tutta Europa grazie agli stand gastronomici presenti del Mercato Europeo, offrendo il meglio dello street food. Inoltre, non mancherà una selezione delle birre più famose a livello internazionale. Un servizio bar sarà attivo fino alla chiusura dell’evento, garantendo un’esperienza completa di svago e intrattenimento.
Il Savona Street Fest avrà a disposizione anche la vicina spiaggia per offrire attività ricreative nelle ore pomeridiane, accompagnate da DJ set che creeranno l’atmosfera perfetta per i partecipanti. La musica e l’intrattenimento continueranno nelle ore serali, trasformando la spiaggia in un luogo di festa e socialità.
Gli amanti degli sport urbani troveranno il loro rifugio nello skate park allestito appositamente per l’evento. Qui, nelle giornate del 2 e del 3 settembre, ci saranno istruttori di SIC che terranno lezioni gratuite di skateboard e parkour e i più giovani avranno l’opportunità di avvicinarsi a queste discipline. Lo spazio ospiterà anche altre discipline outdoor legate al mondo street.
Il festival riserva uno spazio speciale alle associazioni giovanili locali, offrendo loro la possibilità di promuovere le rispettive attività. Iniziative legate a tematiche ambientali, culturali e sociali verranno presentate in questa area, contribuendo così alla costruzione di una comunità consapevole e impegnata.
Per scoprire tutti gli appuntamenti e gli orari dettagliati del Savona Street Fest 2023, visita la pagina Instagram dell’evento.
Se sei interessato a saperne di più sulla nostra associazione, non esitare a contattarci al numero 3518531072 o tramite email all’indirizzo magid@streetisculture.com.
Sarà un’esperienza di cultura urbana e creatività da non perdere!
-Carmen Diop
Kendrick Lamar, l’ascesa della stella dell’hip-hop moderno
Kendrick Lamar è uno dei nomi più influenti e conosciuti dell’hip hop di tutti i tempi: dischi come Good Kid M.A.A.D. City, Damn e soprattutto To Pimp A Butterfly possono legittimamente reclamare un posto nel canone dei più grandi essenziali della musica di questo secolo finora.
Ma da dove nasce questa stella dell’hip hop dell’ultimo decennio? Come in molti casi simili, la risposta è dalla strada.
Kendrick Lamar nasce a Compton, in California, nel 1987. Non un teppista, né un vandalo, ma uno studente modello, a cui piace scrivere storie, che lentamente diventano poesie, che lentamente diventano testi. Nasce così il suo primo nome d’arte, “K-Dot”.
Così, nel 2003, a 16 anni, Lamar fa uscire il suo primo mixtape, Y.H.N.I.C., che gli vale addirittura un contratto con la casa discografica indipendente Top Dawg Entertainment. Per otto anni continua a fare uscire mixtape ed accumula una piccola ma leale fanbase su internet, lavorando con artisti del calibro di Dr. Dre, Lil Wayne, Busta Rhymes, Drake.
Finalmente, nel 2010 Lamar si disfa di K-Dot e comincia a usare il suo vero nome, soprattutto per la pubblicazione del suo primo album, “section.80”. Il successo del disco gli vale un contratto con la Aftermath Entertainment, sotto le ali del leggendario Dr. Dre, insieme a 50 Cent ed Eminem.
Ora il bambino silenzioso che prendeva buoni voti a scuola è pronto per diventare una superstar, e il suo debutto con una major, “Good Kid, M.A.A.D. City”, è infatti un successo strepitoso. Lamar si mette a nudo, raccontando delle sue esperienze adolescenziali vissute nel difficile ambiente, invaso dalle gang, di Compton.
L’album vale a Lamar una fama planetaria, interviste da David Letterman, Jimmy Fallon, premi su MTV. Ma non è ancora niente rispetto a ciò che l’avrebbe atteso da là a qualche anno.
“To Pimp A Butterfly”, infatti, gli vale la definitiva consacrazione a mostro sacro del genere, con un concept album intelligente e proteiforme sull’America afroamericana. To Pimp A Butterfly mette a nudo i problemi, le contraddizioni, i conflitti e le speranze di una classe subalterna e, per estensione, di Kendrick stesso. L’album sarà un successo astronomico e sarà considerato dalla critica come uno dei dischi più importanti per capire la musica del ventunesimo secolo fino ad adesso.
Il disco è così straordinario che persino le sue outtakes, raccolte in “untitled unmastered”, sono rimaste delle hit accolte con estremo favore dalla critica.
Lamar decide di fare la storia del rap un’altra volta quando, col suo quarto disco, “Damn”, si aggiudica un premio Pulitzer per la musica, rendendolo non solo il primo a vincere un Pulitzer per un album hip hop, ma addirittura il primo artista a vincerlo per un disco non appartenente alla musica classica né al jazz.
Grazie a “Damn”, inoltre, Lamar riscuote sette candidature ai Grammy Awards 2018, subito dopo aver lavorato alla colonna sonora del film “Black Panther”.
Dopo qualche anno di pausa, infine, Lamar è tornato sulle scene con l’album doppio “Mr. Morale & The Big Steppers”, un complesso confessionale sui temi del suo percorso terapeutico, dei suoi traumi infantili ed adolescenziali, delle sue crisi di identità in un mondo sempre più frammentato come quello moderno.
Si tratta, in ultima analisi, di un artista prolifico quanto complesso, in grado di parlare efficacemente di temi politici e sociali quanto personali ed intimi. La poetica estremamente onesta e cristallina di Lamar e la portata della sua ambizione ne hanno fatto un faro di riferimento, un manifesto per l’intera scena hip-hop da più di dieci anni a questa parte.
SIC è ben al corrente della necessità per i ragazzi di avere modelli della cultura street, ma è anche convinta che le cose più belle accadano quando si prova ad essere noi stessi dei modelli per noi stessi. È per questo che non si limita a raccontarvi la storia dell’hip-hop, ma vi offre dei corsi appositi per imparare tutti i segreti dell’arte!
Per ulteriori informazioni, contattaci al numero 3518531072 o scrivici all’indirizzo magid@streetisculture.com.
La nascita dell’hip hop
L‘hip hop è un movimento culturale nato agli inizi degli anni ’70 nel Bronx di New York e rappresenta l’espressione più diffusa della comunità afro-americana negli ultimi decenni.
Per un decennio il Bronx venne abbandonato a se stesso e alle dure leggi della strada, diventando la capitale statunitense del crimine, fu la nascita dell’hip hop che portò un vero cambiamento in positivo per questo quartiere.
Il “giorno zero” dell’hip hop può essere individuato nell’11 agosto 1973 quando Clive Campbell, in arte Dj Kool Herc, riconosciuto a livello mondiale come il primo pioniere dell’hip hop, si presenta con qualcosa di incredibile che lascia tutti a bocca aperta: due giradischi, un mixer e una nuova tecnica incredibilmente rivoluzionaria che permetteva di mettere in loop le sezioni più ritmiche dei dischi e che di lì a poco avrebbe radicalmente cambiato il panorama musicale.
Grande influenza nell’ hip hop ha avuto anche il maestro del soul, James Brown, come testimoniano i numerosi campionamenti delle sue canzoni nel primo hip hop, e in parte c’è stato anche l’influsso del Reggae, soprattutto grazie all’attività del giamaicano Kool DJ Herc, vocalist pioniere di primi anni ’70.
L’hip hop si basa su quattro discipline principali, derivanti dalle più comuni e immediate forme di espressione artistica: il rap, la graffiti art, l’arte delle bombolette, la breakdance, legata al ballo, ed infine il DJing e l’MCing costituenti l’aspetto musicale di questa cultura.
Alla fine degli anni ’90 l’hip hop dilaga definitivamente nel mondo, generando scuole nazionali che ne rispettano la grammatica senza rinunciare alle particolari inflessioni locali, anche italiane. Spesso l’hip hop diventa un mezzo per praticare interventi educativi, promossi anche dagli enti pubblici, nei confronti dei ragazzi delle periferie, stimolando le persone a interrogarsi sulle proprie radici e sulla propria cultura. È interessante osservare la fondamentale funzione sociale ricoperta da questo movimento.
SIC ha saputo riconoscere il potenziale nell’hip hop come mezzo per valorizzare e diffondere l’arte di strada, organizzando e offrendo corsi sulla disciplina, con l’unico di scopo di unire i ragazzi e insegnare loro quest’arte.
Mente e corpo in armonia
Lo sport, un campo di esperienza che va oltre il semplice esercizio fisico, assume un ruolo significativo nel promuovere il benessere mentale. L’efficace impatto psicologico dello sport, spesso sottovalutato, si estende ben oltre il terreno di gioco, regalando benefici duraturi e molteplici. In questa prospettiva, Street Is Culture ha deliberatamente scelto di puntare sulla sinergia tra sport e mente, impiegando l’attività sportiva come strumento per favorire un benessere sia mentale che culturale.
Un notevole vantaggio psicologico offerto dallo sport è la sua capacità di mitigare lo stress e migliorare il benessere emotivo. L’esercizio fisico induce ilLo sport, un campo di esperienza che va oltre il semplice esercizio fisico, assume un ruolo significativo nel promuovere il benessere mentale.Lo sport, un campo di esperienza che va oltre il semplice esercizio fisico, assume un ruolo significativo nel promuovere il benessere mentale. rilascio di endorfine, anche chiamate “ormoni della felicità”, che generano sensazioni di euforia e benessere. Questo processo naturale agisce come un antidoto all’ansia e al disagio emotivo, costituendo un reale strumento per affrontare con maggiore positività le sfide quotidiane.
Il conseguimento degli obiettivi sportivi, che variano dall’aumento delle proprie prestazioni personali al raggiungimento di traguardi competitivi, concorre a costruire una maggiore fiducia in sé stessi. Gli atleti imparano a superare ostacoli e a constatare che il loro impegno si traduce in risultati tangibili, creando un senso di soddisfazione personale che si riflette anche in altre sfere della vita.
Inoltre l’ingresso nell’ambito sportivo spesso richiede di affrontare situazioni di pressione e ansia legate alle prestazioni. Grazie a queste esperienze, gli atleti sviluppano competenze per affrontare in maniera più efficace l’ansia. Questa capacità si estende ben oltre il mondo sportivo, migliorando la loro abilità di affrontare situazioni stressanti nella quotidianità.
L’impegno sportivo richiede una concentrazione intensa e una focalizzazione sull’obiettivo. Gli atleti imparano a filtrare le distrazioni e a mantenere l’attenzione saldamente centrata sulla situazione attuale. Questa abilità si riflette positivamente in altri contesti come lo studio e il lavoro, migliorando l’efficienza e la qualità delle prestazioni.
La partecipazione a squadre sportive o gruppi di allenamento facilita la costruzione di relazioni sociali di rilevanza. Gli atleti sviluppano un senso di appartenenza e amicizia con i compagni di squadra, dando origine a una rete di supporto sociale che contribuisce al benessere emotivo.
L’adesione all’attività sportiva richiede pianificazione e costanza nell’adempimento agli impegni di allenamento. Questo processo contribuisce a sviluppare l’autodisciplina e a perfezionare la gestione del tempo, competenze che risultano preziose in ogni ambito della vita.
In un’epoca in cui il focus sulla salute mentale è più fondamentale che mai, Street Is Culture ha scelto saggiamente di sfruttare l’intrinseca connessione tra sport e benessere psicologico. Questa integrazione crea un terreno fertile per rafforzare la fiducia in sé stessi, stabilire legami sociali e gestire le emozioni. Attraverso questa scelta strategica, dimostra una consapevolezza dell’immensa potenzialità di un approccio attivo alla vita all’interno del contesto della cultura di strada, contribuendo al benessere sia fisico che mentale delle persone.
Se desideri ulteriori informazioni, contattaci al numero 3518531072 o scrivici all’indirizzo magid@streetisculture.com.
-Carmen Diop
Urban art: dai graffiti all’arte di protesta
L’urban art è un fenomeno complesso e caleidoscopico: come si può racchiudere in una sola definizione?
L’unico massimo comun denominatore che è possibile trovare, plausibilmente, è quello dell’urgenza dell’espressione artistica come rivendicazione sociale. Il resto è gradito, ma sempre opzionale.
Partiamoci dalle basi: la forma di urban art più famosa esistente è il graffitismo. Il graffitismo è una forma di pittura murale diffusa ovunque, e consiste principalmente nel dipingere il proprio nome d’arte, in gergo “tag”, in maniere esteticamente eccentriche sui muri del tessuto urbano.
Le tecniche sono svariate, e comprendono l’uso di bombolette spray, stencils, aerografi, acrilici, poster e virtualmente ogni strumento artistico che possa essere usato in maniera abbastanza rapida ed incisiva.
Questa però è solo la forma più elementare del fenomeno. Il graffitismo stesso ha molte sfumature. In primo luogo, è spesso una importante voce dei quartieri periferici delle metropoli, dove la cultura della strada e la sua espressione come graffitismo diventano una sola cosa.
Ma ogni graffitaro, a prescindere dalla sua inclinazione, cerca di sviluppare uno stile e una personalità tutta sua, in modo da distinguersi nei panorami della urban art e creare un suo “marchio”.
Questa ricerca artistica è spesso stata così potente da emancipare l’arte di strada dalle sue origini graffitare e rendere questa forma artistica non più un puro capriccio estetico, ma una tradizione che cerca di esprimere un messaggio, spesso sociale, politico o comunque di contestazione.
Banksy è un famosissimo esempio di ciò: i suoi lavori di protesta contro l’omologazione dell’establishment sono ormai immediatamente riconoscibili nella mentalità collettiva. È spontanea l’associazione alla rivendicazione della libertà d’espressione, al pacifismo o all’unicità e poliedricità di ogni essere umano.
La street art, in questo modo, si pone in polemica più o meno aperta con l’élite e contro il mondo della conformazione, sia essa conformazione artistica (il mondo delle gallerie d’arte, ad esempio), morale o politica.
Seguendo questa evoluzione, ci si accorge facilmente che la urban art è un fenomeno ampio e vasto, che va dal mondo (meno consapevole ma sicuramente più a stretto contatto con le radici culturali del fenomeno) dei tag alle più consce rivendicazioni morali ed umane di un fenomeno che conta tra le sue fila anche capisaldi accettati dell’arte moderna come Banksy o Keith Haring.
E tornando alla domanda originale: è possibile darne una definizione unica? Forse no, ma forse l’unica cosa che sta dietro ai tag dei graffitari di periferia quanto alle opere di Banksy è la rivendicazione del diritto all’urgenza espressiva per se stessi quanto per il mondo intero.
Street Is Culture offre splendidi corsi sull’argomento, il cui scopo è insegnare ai ragazzi quest’arte in maniera funzionale ed espressiva!
Per ulteriori informazioni, contattaci al numero 3518531072 o scrivici all’indirizzo magid@streetisculture.com.
Blading: stile e creatività attraverso le lame
Nel vasto panorama degli sport urbani e delle forme d’arte che ne derivano, Street Is Culture si occupa anche di “blading“. Essa emerge come una disciplina affascinante che unisce abilità acrobatiche, creatività e stile personale. Anche se potrebbe non essere altrettanto famoso come il suo cugino più noto, lo skateboard, il blading ha guadagnato una base di appassionati devoti e sta attirando l’attenzione di un pubblico sempre più ampio.
Il blading, anche noto come rollerblading o inline skating, ha avuto origine negli anni ’80 come una forma di trasporto alternativa e si è rapidamente evoluto in uno sport a sé stante. La chiave di volta del blading risiede nell’uso di pattini in linea, cioè montati su una fila di ruote allineate lungo la base del pattino. Questo design consente una maggiore agilità e un controllo superiore rispetto ai tradizionali pattini a quattro ruote.
Inizialmente, il blading era principalmente considerato uno sport da strada, utilizzato come mezzo di spostamento o per esercizio fisico. Con l’evolversi delle abilità e la crescente popolarità delle acrobazie su pattini, il blading si è trasformato in una vera e propria forma d’arte.
La tecnica del pattinaggio in linea presenta affascinanti somiglianze con quella del pattinaggio su ghiaccio, tuttavia, la presenza di un maggiore attrito influenza significativamente la velocità raggiungibile. Nel corso del tempo, le diverse specialità del pattinaggio in linea hanno contribuito a sviluppare una varietà di elementi tecnici, alcuni dei quali derivati dal pattinaggio su ghiaccio e dal pattinaggio a rotelle, mentre altri sono completamente innovativi. Nonostante queste differenze, esiste un nucleo tecnico di competenze fondamentali, condivise tra le varie discipline e abbastanza standardizzate, che ogni pattinatore in linea di buon livello dovrebbe possedere.
Le principali tecniche includono spinte, curve, incroci in avanti, diverse modalità di frenata e arresto, pattinata e incroci all’indietro, transizioni avanti-indietro e viceversa, slalom in avanti e all’indietro su due piedi e su un piede, salti, nonché i famigerati “tre” esterni ed interni, e molto altro ancora.
È fondamentale comprendere che acquisire queste tecniche richiede un’attenta osservazione, la capacità di catturare gli aspetti essenziali dei movimenti, un sincero spirito di emulazione, una buona dose di sensibilità propriocettiva e, naturalmente, passione e perseveranza. L’arte del pattinaggio in linea va oltre la mera padronanza tecnica, poiché richiede un profondo coinvolgimento e un costante desiderio di miglioramento personale. Solo attraverso la dedizione e la continua pratica è possibile affinare queste tecniche e dare vita a movimenti fluidi e spettacolari che incarnano l’essenza stessa del pattinaggio in linea.
Una delle caratteristiche più affascinanti del blading è la sua natura altamente creativa. Gli skater sono liberi di esprimersi attraverso una varietà di movimenti fluidi, acrobazie audaci e sequenze coreografate. Questa libertà di espressione consente a ogni blader di sviluppare uno stile unico e personale. Alcuni potrebbero preferire trick veloci e dinamici, mentre altri potrebbero concentrarsi su movimenti più eleganti e fluidi. Il blading diventa quindi un mezzo attraverso il quale gli individui possono comunicare la propria personalità e prospettiva al mondo.
Come molte altre subculture, ha creato una forte comunità di appassionati che condividono una passione comune per questa disciplina. I blader si riuniscono per sessioni di pattinaggio, eventi e competizioni in tutto il mondo, creando uno spazio in cui possono condividere idee, ispirarsi a vicenda e collaborare su nuovi progetti.
Inoltre, l’avvento dei social media e delle piattaforme di condivisione video ha consentito ai blader di condividere le proprie acrobazie e creazioni artistiche con un pubblico globale. Questa esposizione ha amplificato la portata dell’arte del blading e ha permesso a nuovi talenti di emergere e ispirare altri.
Anche se può sembrare un’attività estremamente divertente e creativa, è importante sottolineare l’importanza della sicurezza e della responsabilità. L’uso di protezioni, come caschi, ginocchiere e gomitiere, è fondamentale per prevenire lesioni durante l’esecuzione di acrobazie e trick. Inoltre, i blader dovrebbero essere consapevoli dell’ambiente circostante e rispettare le regole della circolazione stradale quando si pattina in spazi pubblici.
Il blading è molto più di una semplice attività fisica o di svago – è un modo di esprimersi, di sfidare i limiti personali e di creare connessioni significative all’interno di una comunità appassionata. Attraverso le sue evoluzioni artistiche, ci invita a guardare oltre i confini tradizionali dello sport e a scoprire l’arte che può emergere quando l’abilità tecnica si fonde con la creatività personale. Quindi, la prossima volta che vedrete un gruppo di blader sfrecciare lungo la strada, prendetevi un momento per apprezzare l’arte e lo stile unici che si nascondono dietro ogni movimento audace!
Se desideri ulteriori informazioni, contattaci al numero 3518531072 o scrivici all’indirizzo magid@streetisculture.com.
-Carmen Diop
BMX come stile di vita
La BMX, il cui acronimo sta per Bicycle Motocross e dove la X sta appunto per cross, è una disciplina che nasce alla fine degli anni sessanta negli Stati Uniti, a sud della California, e che si diffonderà poi nel resto del mondo nel decennio successivo. Nasce come “figlia” del motocross e viene poi riconosciuta dal FCI (Federazione ciclistica Italiana) e dall’ UCI (Union Cycliste Internationale), dal 2008 è stata ufficialmente inserita nelle discipline olimpiche.
BMX è uno sport che consiste in uno sprint iniziale su una pista lunga 300-400 metri circa, dove la rampa di partenza è rialzata e la pista è piena di curve paraboliche con un’alternanza media di 4 rettilinei, sui quali sono presenti solitamente 10-15 ostacoli posizionati lungo il percorso. Il tempo medio di percorrenza va tra i 35 e i 50 secondi. Ovviamente l’obiettivo è percorrere questa pista nel minor tempo possibile.
Nelle gare di BMX si sfidano otto piloti per volta. Nella rampa inclinata all’inizio della pista è installato un cancello automatico, il quale attraverso un dispositivo automatizzato (voice box) si apre quando gli viene dato l’ordine di partenza.
I materiali di cui sono composte sono acciaio al cromo-molibdeno e leghe ad alta resistenza. Le bici hanno una sola marcia, ma il vero particolare che le caratterizza sono i larghi manubri, pensati così proprio per garantire più stabilità ed equilibrio e permettere anche di sopportare meglio l’impatto dei salti.
Per praticare questo sport è necessario munirsi di protezioni come ginocchiere, casco, guanti, gomitiere, per limitare il rischio abrasioni o ferite date da eventuali cadute.
Non è solo uno sport divertente, in realtà muoversi bene su una BMX richiede molta tecnica, precisione ed equilibrio, che non tutti hanno. La velocità non è sempre la qualità più importante, da qui sono nate anche le versioni freestyle della disciplina.
La diramazione chiamata Park, ad esempio, è una variazione nata perché vengono usate infrastrutture di qualsiasi altezza. La variante street invece, consiste nel compiere acrobazie sfruttando l’arredo urbano come panchine, scale, etc. La Dirt, viene giudicata in base alla fantasia che l’atleta ha nel creare continue acrobazie particolari.
Come per le altre discipline di SIC, la BMX non è solo uno sport ma uno stile di vita, un modo di esprimersi artistico che mette in connessione gli atleti, che anche se si esibiscono individualmente infatti, sono legati tra loro dallo stesso modo di pensare e di vivere la vita.
Per ulteriori informazioni sui corsi, contattaci al numero 3516734178 o scrivici all’indirizzo corsi@streetisculture.com.
Street Is Culture: laboratori di Urban Art all’IPM di Catanzaro
Street is Culture, grazie alla sua capillare distribuzione in tutta Italia, riesce ad operare in realtà ed in ambiti diversificati.
Oltre a promuovere le proprie attività nelle scuole si propone di organizzare laboratori e corsi in diversi IPM d’Italia. È il caso dell’IPM di Catanzaro, in cui si è tenuto un laboratorio di Urban art, nell’ambito della progettualità denominata “Street is culture”.
A cura del laboratorio troviamo Ilario Parentela, in arte Punch311, nato a Catanzaro nel 1989. Ilario si occupa di attività di decoro urbano per la riqualificazione di posti abbandonati o degradati e dipinti su qualsiasi superficie: quadri, ritratti, installazioni e cura di esterni ed interni.
Il suo legame con l’arte di strada inizia prestissimo, già nel 2005, quando assiste, nella propria città, ad un evento di graffiti e street-art in cui rimane tanto affascinato da decidere di entrare proprio in quel mondo.
Dal 2009 in poi infatti si è attivamente occupato dell’arricchimento artistico in tutte le sue forme.
Ed è proprio Ilario a parlarci della sua esperienza all’interno dell’IPM di Catanzaro.
“Durante gli ultimi mesi del 2022 sono stato contattato da Street Is Culture. E’ stato un grande piacere ricevere una loro comunicazione; anche perché, dopo un breve colloquio, ho promosso a pieno il loro progetto“.
All’interno dell’iniziativa il suo ruolo è stato quello di istruttore.
Gli sono state affidate due classi. Il laboratorio, ci spiega Ilario, si è suddiviso in due momenti. Il primo momento è stato dedicato interamente alla conoscenza dei ragazzi con l’istruttore e viceversa. Una presentazione, insomma, finalizzata alla nascita di una connessione autentica e alla formazione di un gruppo, una crew in cui ogni ragazzo avrebbe potuto sentirsi a proprio agio.
Solo in un secondo momento Ilario ha invitato i ragazzi a disegnare ed esprimersi.
“Mentre spiegavo il tutto mettevo in sottofondo un po’ di musica hip hop, rap e video di graffiti, street art e musei, perché dovevano semplicemente rilassarsi e disegnare tutto ciò che passava loro per la testa. Non dovevano preoccuparsi “del bello” perché alla fine dipende sempre in che modo la si guarda una cosa, tutto è soggettivo in ambito artistico“.
Non è passato molto tempo e i ragazzi, seppure inizialmente timidi, erano già completamente catturati dell’attività e avevano perso la cognizione del tempo.
A fine lezione Ilario ha invitato tutti i ragazzi a notare che nonostante gli strumenti fossero esattamente gli stessi per tutti, erano presenti stili e scelte di colorazione diverse, a sottolineare la diversità dell’espressione di ogni ragazzo presente.
“Fu così che iniziò il mio percorso con loro”. Un percorso iniziato a gennaio e finito a fine marzo 2023, che ha impegnato i ragazzi per tre ore al giorno, con due incontri settimanali e che prevedeva un filone teorico ed uno pratico, per una formazione quanto più possibile completa. A conclusione dell’intero laboratorio è stato realizzato un grande murales esterno, all’interno del cortile dell’IPM, in cui sono stati ovviamente coinvolti tutti i ragazzi.
“La soddisfazione più grande non è stato tanto donargli la mia conoscenza, ma essere cresciuto grazie a loro. In questo percorso, seguendoli da vicino ed ascoltandoli, mi hanno fatto “vedere” tramite i loro discorsi una piccola parte di un mondo che non conoscevo”.
Se desideri ulteriori informazioni, contattaci al numero 3516734178 o scrivici all’indirizzo corsi@streetisculture.com.