Quando si parla di BMX si sa, ai più viene in mente una semplice bicicletta un po’ più piccola del normale per persone più spericolate del normale, ma si tratta in realtà di molto di più, di una cultura, una disciplina, uno stile di vita, di libertà e di senso del proibito, perché sì, grazie a questa bicicletta si provano emozioni e scosse adrenaliniche solitamente precluse all’uomo più comune.
Cerchiamo di dare però anche una definizione tecnica a questa disciplina, con più cenni storici e meno sentimenti.
La BMX è una disciplina appartenente ai cosiddetti “action sports” che si suddivide in due gruppi principali, BMX race e freestyle.
Il primo dei due nasce dall’idea di portare il format delle gare di motocross su sterrato nel mondo della bicicletta all’inizio degli anni settanta in California e predilige biciclette che puntano più alla leggerezza che alla resistenza. La BMX freestyle invece trova spazio per emergere in America alla fine degli settanta come sport molto più spontaneo e libero, praticato in appositi “park” o utilizzando l’arredo urbanistico. Le biciclette utilizzate devono resistere a urti molto violenti e scomposti, cosa che richiede l’utilizzo di materiali molto robusti. Con l’avanzare degli anni poi si ha assistito alla nascita spontanea di altri due stili, il dirt jumping che sfrutta una serie di salti in terra battuta, e la bmx flatland, che consiste nell’eseguire manovre in piano senza toccare terra con i piedi.
La BMX poi è una disciplina che si sposa bene come poche con il mondo digitale della fotografia e del videomaking, lasciando libero sfogo alla creatività di rider e case produttrici che tramite la loro collaborazione riescono a creare contenuti davvero mozzafiato.
Seppur ritenuto ancora da molti come disciplina per “delinquenti”, si tratta di uno sport con regolamentazione e organizzazione ufficiali (UCI) ed entrerà ufficialmente a far parte degli sport olimpici a Tokyo 2020.
Per chiudere ci tengo a dire che il mondo della BMX è una sola e grande comunità avente l’enorme pregio di avere larghe vedute e di sapere e volere relazionarsi e accettare il diverso e questo è ciò che più mi ha affascinato e catturato di questa grande realtà di strada.
Enrico Conti