È andato via presto dalla Sicilia e si è traferito a Siena, dove si è laureato in scienze politiche e relazioni internazionali. In seguito ha ampliato il suo bagaglio culturale conseguendo anche una laurea magistrale in Cooperazione e sviluppo internazionale.
Ha conosciuto Street Is culture attraverso portali di annunci di lavoro. Quando ha letto di cosa si occupava Street Is Culture è rimasto piacevolmente colpito dall’idea di aiutare minori attraverso le arti di strada e ha deciso di candidarsi.
Ha iniziato la sua carriera all’intero dell’associazione come tirocinante, diventando da gennaio in poi collaboratore full time e parte integrante dello staff.
“Grazie a Sic ho la possibilità di conciliare il mio lavoro e la mia passione per il sociale, una passione che mi permette di portare avanti le due mission principali di street is culture: prevenzione (e quindi educazione) e rieducazione”.
All’interno di sic infatti Alberto si occupa principalmente di coordinare i progetti nell’ambito del terzo settore e nell’ambito penale.
Gli eventi a cui Alberto confessa di sentirsi maggiormente legato sono quelli che riguardano soprattutto discipline sportive e urbane, come i laboratori di street-art e break-dance che si sono tenuti a Lecce, che hanno avuto inizio lo scorso 26 giugno, all’interno del centro diurno della città nel contesto di un progetto più ampio, portato avanti da ItaliaCamp (partner di Street Is Culture)
Ma ovviamente ricorda piacevolmente anche eventi come i laboratori di break-dance e di urban-art tenutisi all’interno dell’ IPM di Roma con due istruttori eccezionali o ancora, i laboratori di parkour e break dance che si stanno tenendo all’interno dei 32 centri estivi per bambini, gestiti dalla cooperativa “Progetto A”.
Alberto afferma che attraverso le discipline sportive urbane sia possibile agire su due livelli differenti.
Lavorando con i ragazzi all’interno di scuole, centri estivi o nell’ambito di progetti definiti “di piazza”, l’intento è trasmettere i valori sani dello sport, dell’autodeterminazione fisica e del coordinamento fisico-mentale, oltre che l’aspetto artistico con uno sviluppo creativo liberatorio, incoraggiando nei ragazzi partecipanti creatività, abilità artistiche e soprattutto fiducia in sé.
All’interno degli istituti penali minorili, invece, si agisce puntando sulla rieducazione.
“E’ importante che ai minori che hanno commesso degli errori o ai quali sono capitati degli incidenti di percorso, sia data la possibilità di esprimersi liberamente e di canalizzare le energie su qualcosa di nuovo e di costruttivo”.
Il ruolo di Sic per l’educazione e la rieducazione è senza dubbio di grande importanza per i ragazzi che prendono parte ai progetti e agli eventi, le loro famiglie e gli ambienti che circondano loro. Ma è sicuramente di forte ispirazione anche per chi sta dietro i progetti e gli eventi, chi fa parte dello staff e ogni giorno lavora per ideare e costruire, in ogni sua forma, uno spazio che diventi inclusione e educazione.
Alberto ne è l’esempio.
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