Nell’epoca dell’internet e dei social, dove tutti siamo iperconnessi, creare occasioni per condividere esperienze con gli altri sta diventando sempre più difficile.
Dopo la pandemia molte persone hanno subito un duro colpo, hanno perso la motivazione e hanno iniziato a soffrire di ansia sociale.
Per questi motivi bisogna aiutare i ragazzi, mettendoli nella condizione di ritrovare la felicità nelle piccole cose, per esempio provando un nuovo sport o dandogli la possibilità di avere un posto in cui ritrovarsi per condividere una passione, come ad esempio uno Skate Park.
Introduzione
La nostra mission è quella di incentivare la creazione di spazi adatti a praticare gli sport di strada.
Si tratterebbe di un luogo inclusivo, sicuro e protetto, adatto a tutte le età, dal ragazzino alle prime armi allo skater professionista.
Le attività che si possono praticare sono molteplici: skateboard, bmx, parkour, breakdance, blading, streetball…
Tutti questi sport hanno in comune una cosa: si possono praticare all’aria aperta o in luoghi pubblici messi a disposizione della collettività, perché lo sport dovrebbe essere di tutti!
Quanto costa progettare e realizzare uno skate park?
Prendendo come esempio la realizzazione di uno skate park, facendo una breve stima attraverso il principale motore di ricerca, è possibile capire più o meno quanto ci potrebbe venire a costare un progetto di questo tipo.
La progettazione deve tener conto dei costi delle singole strutture, considerando che uno skatepark di medie dimensioni ha un costo che si aggira tra i 130-250 euro al m2, la differenza è appunto imputabile alla difficoltà, altezza e complessità delle stesse.
I costi dunque sono variabili, ma vanno all’incirca dai 50.000€ ai 150.000€.
Sta poi alla singola amministrazione comunale, tenendo conto del proprio budget, percorrere tutte le strade possibili a livello europeo, nazionale e regionale per l’ottenimento dei fondi necessari a realizzare l’opera.
Inoltre i costi di manutenzione di questo tipo di strutture sono molto bassi.
Gli sport di strada sono sempre più rilevanti
Ad oggi si contano circa 250 skate park in tutta Italia, un dato destinato a crescere vista la rilevanza che stanno acquisendo questi sport sul panorama globale.
Basti pensare che la breaking ha debuttato ai Giochi Olimpici giovanili di Buenos Aires del 2018. Grazie al suo successo, è stata scelta come parte degli sport addizionali a far parte del programma Olimpico di Parigi 2024 insieme allo skateboard e all’arrampicata sportiva.
Lo skate park dunque risulta un ottimo investimento in termini di costi/benefici, perchè con una “piccola” spesa si può creare un grande servizio per la collettività.
La comunità degli appassionati di sport di strada è destinata a crescere in maniera esponenziale nei prossimi anni e questo tipo di strutture (ci auguriamo) saranno presenti in tutti i comuni.
Avvio corsi sportivi nei comuni
La realizzazione di una struttura adatta a praticare gli sport di strada gioverebbe non solo ai cittadini, ma anche al comune, che vedrebbe arrivare molti ragazzi anche dai paesi limitrofi.
Dunque sarà possibile, attraverso delle associazioni presenti sul territorio come SIC, avviare dei corsi relativi alle discipline sopracitate, garantendo sempre sicurezza e competenza da parte degli istruttori.
Street is Culture si occupa anche di progetti di rigenerazione urbana ed ha inaugurato il primissimo skate park targato SIC in Italia: il SIC Park 73010 a San Donato di Lecce!
Gli sport di strada sono sicuri?
Gli sport di strada sono sicuri se praticati all’interno di adeguate strutture.
Lo skate park, ad esempio, ha proprio lo scopo di creare un luogo controllato e sicuro dove potersi divertire.
Inoltre esistono una serie di protezioni da indossare per limitare il rischio di farsi del male: a partire dal caschetto, le ginocchiere, le gomitiere, fino alle polsiere…
Insomma ad oggi non esistono motivi per avere paura di cimentarsi in questi sport, VIVA GLI SPORT DI STRADA!
Credits
Questo articolo è stato scritto da Andrea Urban, tirocinante presso Street is Culture e studente di Scienze della Comunicazione dell’Università degli Studi di Bergamo.