Le origini
Anni ‘70, Bronx, New York, giovani afro e latino-americani prendono parte alle feste organizzate dal dj giamaicano Kool Herc, che per primo utilizzò i termini b-boy e b-girl per identificare i ragazzi che ballavano durante gli assoli di percussione dei pezzi da lui mixati.
In quegli anni le guerriglie fra gang dilagavano nel Bronx, causando anche diverse vittime, a queste fortunatamente però si riuscì a porre fine grazie a degli accordi siglati tra le gang stesse.
La rabbia e la violenza scaturite da quel periodo buio, trovarono una nuova valvola di sfogo: il ballo. Un ballo nuovo però, diverso da ciò che fino a allora si conosceva: un mix di passi in piedi e a terra, che richiedevano un notevole controllo del corpo. La competizione fra gang rimase, ma ora prendeva forma nelle ‘battles’, ovvero sfide a passo di danza basate su rispetto reciproco fra avversari.
La diffusione e il successo internazionale
Dagli anni ‘80 in poi la break dance, iniziò ad avere sempre più visibilità, anche al di fuori dei quartieri newyorkesi, questo avvenne grazie a video musicali di cantanti famosi e grazie a film come Flashdance, che riuscirono a far conquistare a questa nuova forma di danza una fama mondiale. Sempre più giovani, in ogni parte del mondo cominciarono ad appassionarsi, nacquero così anche numerose ‘crew’, gruppi di ballerini che si allenavano insieme per partecipare a competizioni e ottenere riconoscimento.
Col passare degli anni e con l’avvento di Internet e dei social negli anni 2000 la crescita e la diffusione della breakdance non fecero altro che aumentare, appassionati da ogni angolo del globo condividono performance e tecniche nuove. Questo riconoscimento sempre più concreto porta così delle sfide nate su strade di quartieri malfamati a vere e proprie gare internazionali, come il Battle of the Year, il Red Bull BC One o il Freestyle Session, fino ad arrivare ai Mondiali di Breakdance e ai Giochi Olimpici giovanili di Buenos Aires del 2018.
Finalmente lo sbarco della Breakdance alle Olimpiadi 2024
L’ultimo e più importante gradino che questa disciplina è riuscita a conquistare è la partecipazione ufficiale come sport olimpico alle future Olimpiadi di Parigi 2024. Dal 9 al 10 agosto 2024, 32 atleti, divisi tra maschi e femmine, si sfideranno in solitaria faccia a faccia nell’iconica Place de la Concorde, che in quel periodo diventerà il fulcro degli sport urbani, ospitando anche le competizioni di skateboard, basket e BMX.
I valori portati a Parigi
Insomma, quella della Breakdance o Breaking è una storia di rivalsa, inclusione e rispetto delle diversità, valori fondamentali in qualsiasi tipo di sport, soprattutto in quelli di strada, in grado di dare un rifugio e uno sfogo a giovani che vivono in contesti disagianti e cercano una via d’uscita da povertà e criminalità. La partecipazione dei B-boys e delle B-girls alle Olimpiadi è la prova che con impegno e passione chiunque può arrivare a compiere grandi cose.
Street is Culture propone diversi corsi di Break Dance in tutta Italia, insieme ad molti altri sport di strada che mirano a trasmettere ai ragazzi passione, senso di comunità e condivisione.
Credits
Questo articolo è stato scritto da Andreea Medrea, tirocinante presso Street is Culture e studentessa di Scienze della Comunicazione dell’Università degli Studi di Bergamo.