Continuando a presentarvi il nostro team, oggi parliamo di Daniele.
Daniele, ha 47 anni ed è originario dall’Aquila, ha trascorso gran parte della sua vita immerso nell’arte urbana. Fin dalla sua infanzia, ha manifestato un estremo interesse per il disegno “ho questo amore infinito da quando gattonavo per terra”.
“Nel ’93 durante un viaggio a Roma rimasi colpito dai vagoni dei treni dipinti, e da quel momento mi avvicinai al mondo colorato dei graffiti”.
Questo viaggio lo ha portato a una profonda immersione nell’arte urbana, spingendolo a coinvolgersi attivamente nella creazione e nella diffusione di opere di impatto sociale.
Nel 2014, Daniele fu chiamato da un’associazione per il ministero delle pubbliche relazioni e l’antidroga per affrontare un problema sociale nel suo quartiere. Attraverso laboratori artistici, ebbe la possibilità di interagire con giovani adolescenti di 15/16 anni, quest’esperienza lo colpì profondamente e segnò l’inizio di una nuova direzione nella sua carriera artistica.
Negli anni successivi, Daniele fu coinvolto in progetti con Save the Children Italia, conducendo laboratori di arte urbana per bambini, affiancato da sociologi, psicologi ed educatori. “In questa esperienza bellissima mi sono trovato a lavorare con bambini di età inferiore ai 10 anni, credo ogni esperienza sia diversa e possa portare con sé una ricchezza”.
Quando si è approciato a questo tipo di arte e comunicazione, non esisteva ancora la rete come la conosciamo oggi “c’erano solo i viaggi e l’interazione fisica che costituivano una fonte di ispirazione e conoscenza”. Ad oggi, la rete ha il potere di collegare artisti provenienti da diverse parti del mondo e di facilitare lo scambio di idee e influenze.
“Un aspetto molto importante è l’elasticità mentale, vedendo sia quello che può piacere e studiare quello che non piace per capire il perché”. La capacità di apprezzare e comprendere sia le opere che suscitano emozioni positive che quelle che provocano reazioni contrastanti è essenziale per la sua pratica artistica. “A me piace più un’arte che abbia qualcosa nell’anima, che comunichi, se un’opera non comunica non lascia nessun messaggio”.
Tra le sue influenze artistiche, Daniele cita sia artisti italiani che internazionali. Ammira l’approccio purista di Haron di Rimini e si ispira alle scuole francesi, tedesche e spagnole. Tuttavia, è l’argentino Axel Void che cattura la sua attenzione per la sua capacità di evocare emozioni tramite l’arte urbana.
“Mi piace particolarmente l’arte classica, penso che il passato vada attualizzato, è importante che si studi anche l’arte passata poiché si può prendere ispirazione da questa per poterla rivisitare in chiave moderna”.
Oltre alla street art, Daniele si è dedicato anche al disegno su carta “nell’attesa di svulluppare qualcosa che potesse tornare sulle pareti”, un’espansione della sua pratica artistica che ha trovato espressione nella sua ultima mostra. Per questa esposizione, realizzata in collaborazione con una fondazione locale, ha lavorato 14 mesi realizzando molti pezzi di opere su carta, testimoniando la sua dedizione e il suo impegno nell’affrontare tematiche sociali attraverso l’arte.
“Negli ultimi 15 anni c’è stato il boom della street art, quindi tutti hanno iniziato ad invadere strade, non ho mai realizzato su tela quella che era prettamente urbano, come le lettere”
In breve, Daniele incarna il potere dell’arte urbana nel promuovere cambiamenti sociali positivi. La sua ultima mostra testimonia il suo impegno nell’affrontare temi rilevanti, confermando la sua eredità come esempio di connettività globale attraverso l’arte.